Roma
Buzzi: “Gara Cup regionale, l'asse shock Zingaretti Storace. Appalto spartito”
Mafia Capitale: “Appalto della sanità pilotato da favori assunzioni e mazzette”
di Valentina Renzopaoli
Un “accordo sottobanco tra Zingaretti e Storace” per “spartire politicamente i quattro lotti del maxi appalto da 58 milioni per la gestione del Cup, il Centro Unico di Prenotazione della Regione Lazio. Nel suo terzo giorno di deposizione, Salvatore Buzzi ricostruisce la sua versione dei fatti sulla vicenda Cup, che ha già visto sul banco degli imputati Maurizio Venafro, ex capo di gabinetto di Zingaretti, poi assolto.
Accuse pesanti quelle del ras delle coop, che sostiene di fronte ai giudici che l'appalto sarebbe stato aggiudicato in un'ottica di spartizione tra le cooperative, espressioni delle diverse sfere politiche, e pilotato mediante un diffuso e dilagante sistema corruttivo di mazzette, favori e assunzioni pilotate.
Dice Buzzi: “Venimmo a sapere quasi per caso nell'aprile 2014 che era stato pubblicato il bando per il servizio Cup, la mia cooperativa non aveva la forza per partecipare da sola così con i miei collaboratori abbiamo iniziato a ragionare su chi interpellare per farci raccomandare. Chi parlava di Astorre, chi di Leodori, Caldarelli voleva farsi sponsorizzare da Fazzone. Poi arrivò Fabrizio Testa e propose di andare a parlare con Gramazio”. Secondo l'imputato, i quattro lotti in cui si divideva il bando, erano già in qualche modo suddivisi tra alcuni soggetti. I protagonisti della vicenda sarebbero Manutencoop, la cooperativa Cns di Legacoop e la cooperativa Capodarco, guidata da Maurizio Marotta.
L'accordo tra maggioranza e opposizione
Ancora Salvatore Buzzi: “Sul Cup c'era un accordo tra maggioranza e opposizione, ovvero tra Zingaretti e Storace, che era il mentore di Marotta. Sotto la sua giunta regionale la Capodarco ebbe affidamenti diretti per decine di milioni di euro”.
Ma Buzzi non si dà per vinto e sonda la possibilità di infilarsi nell'affare: incontra più volte Luca Gramazio, consigliere di opposizione, il quale inizialmente “non sapeva nulla della gara, gli era sfuggita”, poi “parla con Zingaretti, rivendica il suo ruolo politico, si sostituisce a Storace e si intesta il lotto che spetta all'opposizione. Insomma il 9 maggio chiudiamo l'accordo con Gramazio. A questo punto la situazione era chiara: due lotti sarebbero spettati a Marotta, uno a Manutencoop e uno a noi. Ma Caldarelli non era contento, lui avrebbe preferito affidare l'incarico a Fazzone che però ci sarebbe costato il 5%, mentre Gramazio era gratis”.
Ma poi accade l'imprevisto: Muntencoop sbaglia l'offerta e cambia lo scenario. Buzzi racconta: “Decidono di non eliminare Manutencoop ma certamente sarebbe stato impossibile farla vincere. Cambiavano le carte in tavola: ci sarebbe stata la possibilità di accaparrarci anche un altro lotto ma a questo punto avremmo dovuto contrattare con i partiti di maggioranza”.
I due "facilitatori"
A questo punto entrano in scena Salvatore Forlenza, il “dirigente che usa il Cns per parlare con Zingaretti” e Peppe Cionci, “l'uomo di Zingaretti che cura i rapporti economici”. Spiega Buzzi: “Per accedere alla possibilità di subentrare al posto di Manutencoop bisognava parlare con Cionci. Intercede Forlenza e sembra che l'incontro vada bene. In realtà Marotta nel frattempo aveva fatto il giro delle sette chiese e è riuscito a spuntarla grazie all'intervento di Umberto Marroni”.
Alla fine la gara fu affidata il 21 ottobre: alla cooperativa di Buzzi è stato assegnato un solo lotto. “Ma quattro giorni prima, il 17 ottobre, in una cena con i rappresentanti delle diverse coop avevamo già saputo l'esito e ci eravamo già accordati su come comportarci”.