Roma

Buzzi nuovo paladino dell'anticorruzione. Mafia Capitale, il ras delle Coop: "Io collaboro"

"Non è vero che non ho collaborato. Nel corso di cinque, interrogatori ho risposto a tutte le domande svelando cose non conosciute dalla Procura, confermate in seguito da Odevaine e Cerrito e perfettamente aderenti alle intercettazioni".
È quanto affermato da Salvatore Buzzi, intervenuto in sede dichiarazioni spontanee, nel corso della quinta udienza del processo Mafia Capitale. Il 'ras delle cooperative', che ha preso la parola in videoconferenza dal carcere di Tolmezzo per puntualizzare alcune affermazioni fatte dalla procura la scorsa settimana, ha spiegato: "Il processo sarà molto lungo e non posso essere delegittimato davanti al Tribunale e per tanto non posso non replicare alle affermazioni fuorvianti dell'ufficio del pubblico ministero tese ad inficiare le mie deposizioni". L'episodio alla quale fa riferimento Buzzi, è quello in cui i pm, esprimendo parere negativo sulla richiesta di patteggiamento avanzata dal suo legale, avevano affermato che Buzzi non aveva mai veramente collaborato.
"Nell'udienza del 19 e in quella del 25, nel motivare il parere negativo alla mia richiesta di patteggiamento - ha spiegato Buzzi - l'ufficio del pm ha affermato che nelle miei dichiarazioni ho solo tenuto a difendere i miei amici e a lanciare strali agli altri e non ho dato nessun contributo all'indagine. Non è vero".
Lo stesso imputato, ancora in merito alla sua attendibilità, ha poi detto: "Ho avuto un sesto interrogatorio con la Procura di Catania come imputato di reato connesso. Le mie dichiarazioni, amplificate dalla stampa mi hanno portato a subire minacce. Forse le dichiarazioni da me rese non sono state aderenti ai desiderata dell'ufficio del pm. Ma un conto sono le ipotesi accusatorie un altro è l'accertamento della verità".
L'ex presidente della cooperativa 29 Giugno, ha poi affermato: "Non vedo l'ora che inizi l'istruttoria per dare una mano ad accertare la verità e combattere la corruzione. Non sto coprendo amici, non ne ho dal 2 dicembre".
Intanto è battaglia sulla lista dei testimoni, infatti sono migliaia le persone inserite nelle liste compilate dai difensori dei 46 imputati finiti a processo. Una lunghissima sequenza di nomi che, nelle prossime ore verrà presumibilmente ridotta dai giudici della decima sezione penale del tribunale di Roma. I magistrati, infatti, già domani si pronunceranno sull'ammissione dei testimoni, eliminando quelli chiesti dalle difese ma ritenuti superflui per il giudizio.
Particolarmente corposa è la lista presentata dall'Avvocato Alessandro Diddi (difensore di Salvatore Buzzi) che allo stato conta 282 testimoni. Tra questi, se il collegio deciderà di ammetterli, saranno chiamati a comparire in aula anche Luciano Casamonica, Gianni Alemanno, l'ex prefetto Giuseppe Pecoraro, Nicola Zingaretti, Alfonso Sabella, Gianni Letta, Ignazio Marino, Raffaele Cantone e il ministro Giuliano Poletti. In generale, sulle richieste dei difensori, la procura si è espressa affermando che alcune testimonianze sarebbero irrilevanti o sovrabbondanti. Tra queste, secondo i pm ci sarebbero quelle di Raffaele Cantone, Gianni Letta, Franco Gabrielli, Alfonso Sabella, e Luciano Casamonica. Nomi, questi ultimi, che ricorrono in diverse liste approntate dai penalisti.