Roma

Bye Bye Raggi getta la maschera. Protesta flop: in piazza scende solo il Pd

Bye Bye Raggi flop, in piazza della Repubblica scende solo il Pd di Roma

di Massimiliano Martinelli

Bye Bye Raggi, la protesta dai social sbarca nel mondo reale ed è già un flop. Gli anonimi organizzatori gettano la maschera in una piazza semivuota, riempita per lo più dai giovani del Pd e da esponenti Dem.

 

Qualche decina di persone, quasi più stampa e curiosi che manifestanti. Molti dei quali provenienti dalle fila del Pd romano. Sotto al porticato di piazza della Repubblica va in scena il debutto di “Bye bye Raggi”, manifestazione lanciata tramite social per chiedere le dimissioni del sindaco. In una delle poche giornate di sole di questo inizio di maggio, la risposta della piazza è però ben lontana dalle aspettative. Oltre il migliaio le persone interessante all'evento Facebook, poche i romani in carne ed ossa scesi in piazza. Numeri ed entusiasmo ben lontani dalla manifestazione di “Roma dice basta”, capace di riempire lo scorso ottobre la piazza del Campidoglio con tantissimi scontenti di tutti i colori politici, e che si è ben guardata dall'appoggiare l'appello di Bye Bye Raggi.

Alle 12, ora d'inizio prestabilita, il deserto: striscioni ancora da appendere e solo qualche bandiere dei giovani del Pd a sventolare. In prima fila a dirigere i lavori qualche nome dei Dem capitolini, come il segretario del Pd romano Andrea Casu e Julian Colabello, consigliere al Municipio XIV, ma anche il capogruppo al Campidglio Giulio Pelonzi. Finalmente dalla scalinata simbolo del fallimento grillino gli organizzatori rompono gli indugi, presentadosi al pubblico attraverso Francesco Di Giovanni, conduttore di "Non è la radio" e organizzatore dell'evento. Subito, la protesta viene etichettata come "apartitica, ma non apolitica". "La politica non si fa sui social - ammette Di Giovanni, che poi attacca - Raggi non merita più la fiducia dei romani. Questa è una città che sta morendo, il nostro comitato spontaneo vuole lanciare l'alternativa". Gli fa eco Casu, che indica nel Pd il fattore principale per la prossima caduta della Giunta: "Dobbiamo riaprire Roma, ma per la farlo la prima mossa necessaria sono le dimissioni del sindaco - dichiara Casu - Il Pd è al fianco delal città che si ribella.  La questione stadio della Roma, che non si farà, è il simbolo di tutte le mancanze dei grillini".

E ancora, spazio a questioni come l'arresto di Marcello De Vito e all'emergenza rifiuti, fino ad arrivare ai trasporti. Tanti gli, innegabili, capi d'accusa, poche le soluzioni. Al microfono si alternano anche vari comitati, come quello del "padrone di casa" Angelo Mantini che commenta così la notizia dei nuovi tempi di riapertura della metro Repubblica: "Si parla forse di metà luglio - sottolina amaro il presidente dell'associazione dei commericanti di zona, che ironizza - ma tra collaudo e fase operativa sarà aperta forse sotto le feste di Natale". Tra gli ospiti a sorpresa anche Sabrina Alfonsi, presidente del Municipio I e nome forte per la corsa a candidato sindaco Pd. Conclude dopo  un'ora scarsa di manifestazione ancora Di Giovanni, che, con metà dei manifestanti fuggiti già da tempo, scioglie le righe con una promessa: “Continueremo a vigilare su quello che non va, a raccogliere denunce, mettere insieme proteste per far cadere questo sindaco il più in fretta possibile”.
 

Insomma, un comizio elettorale più che una manifestazione spontanea. Il tentativo di una forza di opposizione di "travestirsi" da movimento di protesta dal basso, che finisce per mostrare al momento dei fatti il proprio vero volto; una passerela per qualche politico noto, condita da molti slogan e poche idee concrete. Un mix letale che finisce per avere l'effetto opposto, ovvero quello di svilire una protesta legittima contro l'amministrazione pentastellata. Se questa è l'alternativa alla Raggi il sindaco M5S può continuare a dormire sonni tranquilli, almeno per altro un po'.