Roma
Cacciatore ammazza a fucilate un cagnolino. Gli animalisti lo denunciano
Il cane si era avvicinato a un recinto delle pecore, il cui proprietario ha deciso di ucciderlo
Un cagnolino ha pagato con la vita l’essersi avvicinato al recinto delle pecore di un vicino della famiglia che si stava prendendo cura di lui, in attesa di adottarlo definitivamente. Il vicino, un cacciatore, l'ha ammazzato a fucilate.
E' successo a Priverno, in provincia di Latina. Il quattrozampe di taglia media (in foto) pesava meno di 10 kg ed era più piccolo di una pecora. Ma veniva ingiustamente accusato di aver aggredito e sbranato qualche giorno fa una pecora, cosa improbabile viste le sue le dimensioni. Come cacciatore, l'uomo deteneva il porto d’armi e non ci ha pensato due volte a imbracciare il fucile che teneva, inopportunamente, nell'auto per colpire mortalmente il cane.
“L’accaduto è gravissimo sia perché assistiamo al milionesimo animalicidio immotivato ed evitabile, ma anche per il pericolo per l’incolumità pubblica. Il rischio a cui sono stati esposti i vicini residenti in quella zona è stato notevole. Il cacciatore ha sparato ad altezza d’uomo con la possibilità di colpire i ragazzi che si trovavano sul luogo. Il cane era, infatti, uscito insieme ai figli di Silvia La Grotta l’adottante della vittima, che stiamo assistendo a livello legale affinché questo orribile omicidio non resti impunito”, dichiara Walter Caporale, Presidente degli Animalisti Italiani.
“Questo cacciatore, ha mostrato di essere un individuo pericoloso per la società e non in grado di detenere arma da fuoco. Citando una frase del celebre filosofo Kant, si può conoscere il cuore di un uomo già dal modo in cui tratta gli animali.L’Associazione Nazionale Animalisti Italiani ha scelto di seguire a livello processuale la terribile vicenda. Ci batteremo per avere il massimo della pena. Ringraziamo i Carabinieri, prontamente intervenuti sequestrando fucile e cartucce”, prosegue Riccardo Manca, Vice Presidente degli Animalisti Italiani.
Gli Animalisti italiani ritengono che la giustizia debba fare il suo corso, ma anche che il governo debba inasprire le pene per i reati contro gli animali, sia in termini di aumento dei periodi di detenzione che delle sanzioni. Perché, dicono, a oltre 15 anni dall’approvazione della legge 189 contro i maltrattamenti degli animali, è arrivato il momento di aggiornare la normativa.