Roma

Cadaveri nel Tevere, l'ombra di un serial killer. Dito puntato su Galioto

Potrebbe riaprirsi il caso di Federico Carnicci, un ex operaio toscano di 27 anni, poi diventato artista di strada, che affogo' nel Tevere nel luglio del 2015. Ad aver causato la sua morte potrebbe essere stato il romano senza fissa dimora Massimo Galioto: il senza tetto è già in carcere per l'omicidio Beau Solomon, il 19enne studente americano trovato morto un paio di settimane fa nel Tevere dopo una lite con un senzatetto.
Oggi il difensore della famiglia Carnicci, l'avvocato Carmine De Pietro ha formalmente depositato al pm Francesco Scavo l'istanza con la quale chiede la riaperture delle indagini che erano finite in archivio.
Allegati alla richiesta ci sono anche gli esiti di alcuni accertamenti difensivi svolti dallo stesso legale che ha raccolto elementi che collegherebbero la morte di Carnicci allo stesso contesto ambientale nel quale è maturato l'omicidio di Solomon, per il quale è in carcere Massimo Galioto, romano senza fissa dimora.
Almeno due testimoni, le cui dichiarazioni dovranno ora essere riscontrate dalla magistratura, punterebbero il dito contro lo stesso Galioto. Sulla scomparsa di Carnicci, gli investigatori non raccolsero mai la versione del senzatetto: venne sentita la sua compagna che riferì che l'ex operaio cadde nel Tevere quando lei stava dormendo nella tenda nella baraccopoli di Ponte Garibaldi.