Calenda a favore del mercato aperto che porta ricchezza
Il ministro Carlo Calenda nello Spazio Espositivo Tritone della Fondazione Sorgente Group
Si è parlato di liberismo e globalizzazione all’epoca di Trump nell’incontro organizzato da “Il Foglio” nello Spazio Espositivo della Fondazione Sorgente Group. Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, accolto dal Ceo di Sorgente Group e padrone di casa, Valter Mainetti, nel corso del dibattito ha rilevato come il futuro si avvicini a passo accelerato e come i trend economici stiano cambiando definitivamente le logiche vigenti in passato. “Oggi più di un miliardo di persone – ha detto - sta uscendo dalla povertà grazie anche alle interconnessioni fra mercati, nonostante ciascun paese sia riuscito a mantenere la propria identità di pensiero e di valori”. Tuttavia a causa degli atteggiamenti protezionistici delle superpotenze, più che dinamiche di libero mercato oggi si punta sempre più ad accordi bilaterali tra diverse aree. Ma non si deve rispondere al protezionismo con il protezionismo: “Occorre difendere l’interesse nazionale da investimenti predatori e non dalla modernità della globalizzazione e da un sistema industriale maturo” – ha sottolineato Calenda, avvallando una formula di “liberalismo pragmatico” che sostenga l’economia nazionale e accolga capitali esteri quando non sono accompagnati da atteggiamenti di ostilità. Il ministro ha poi fatto riferimento ai casi di cronaca più urgenti, tra i quali l’Ilva di Taranto, sostenendo l’importanza di un atteggiamento pragmatico e moderato.
Al dibattito, moderato dal giornalista de “Il Foglio” Luciano Capone, è intervenuto anche Raffaele Borriello, Direttore Generale di Ismea, che ha sostenuto l’incontro insieme a Sorgenia e Sorgente Group. Secondo Borriello il Presidente degli Stati Uniti, Trump, deve continuare a rafforzare le partnership internazionali invece che metterle a repentaglio, perché oggi qualsiasi iniziativa degli Stati Uniti ha un impatto decisivo sul fronte geo-politico. Il peso specifico di una singola nazione sovrasta decisamente le organizzazioni internazionali. Anche lo scrittore Antonio Pascale ha parlato a favore di politiche aperte di collaborazione fra Paesi e gruppi industriali per migliorare le condizioni di vita dei popoli più poveri.