Roma

Camorra a Roma: orologi di lusso e 33 Ferrari. Il tesoro del clan Moccia

Nelle abitazioni di Angelo Moccia e di un suo complice, scoperti 10mila euro in contanti e 10 orologi di pregio. A Montecarlo il nascondiglio delle auto

Le mani della camorra sui ristoranti di Roma: dopo gli arrestai ed i sequestri di martedì, scoperto dai Carabinieri il tesoro del clan Moccia. Nelle abitazioni del boss Angelo un mare di soldi in contanti ed orologi preziosi; a Montecarlo 33 Ferrari tra cui una rarissima F12 da collezione con un valore fuori mercato.

Proseguono le attività dei carabinieri del Nucleo investigativo di Roma nell'ambito dell'operazione che ha portato all'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 13 persone, tra cui Angelo e Luigi Moccia, capi dell'omonimo clan camorristico, indagate a vario titolo per i reati di estorsione e fittizia intestazione di beni, aggravati dal metodo mafioso, nonché esercizio abusivo del credito.

I militari hanno scoperto e sequestrato nelle abitazioni di Angelo Moccia e Francesco Varsi ulteriore denaro e beni di lusso, costituiti da circa 10.000 euro in contanti e 10 orologi di pregio, del valore complessivo di oltre 50.000 euro. Soldi ed orologi ritenuti provento delle attività illecite dell'organizzazione, consistente - stando alle indagini - nella gestione degli interessi economici del clan nella Capitale, in particolare, delle varie attività commerciali coinvolte nell'inchiesta, di un'estorsione con metodo mafioso ed il reimpiego di capitali illeciti in investimenti immobiliari ed in macchine di lusso, sempre attraverso fittizie intestazioni mirate ad evitare che i beni in questione finissero oggetto delle misure di prevenzione disposte dopo le pesanti condanne inflitte ad alcuni degli indagati.

"Angelo Moccia, capito chi è Angelo Moccia?!... del clan Moccia, Angelo sta proprio...considera che Totò Riina l'hanno giudicato 116 magistrati, Angelo Moccia 160". E ancora: "Prima di mettersi in mano loro... è gente molto seria, purtroppo ... purtroppo... mh... mh... ovviamente è gente che ... tu sarai un uomo ricchissimo ma questi c'hanno più soldi di tutta Italia messi insieme", si sente in un'intercettazione telefonica tra alcuni degli indagati. Nell'ordinanza di applicazione delle misure cautelari firmata dal giudice Rosalba Liso viene evidenziata la caratura criminale dei componenti del clan: "un potere non economico, né mafios... né cam... proprio un potere ... pesante" (si legge in una intercettazione) ma anche l'enorme disponibilità di beni: in una conversazione del 2 maggio 2018 tra gli indagati uno parla di un investimento fatto dai Moccia in Ferrari che tenevano a Montecarlo: "Loro c 'hanno le macchine, le Ferrari... Capito chi? Questo c'ha 33 Ferrari a Montecarlo". "C'ho un F12 - dice lo stesso Angelo Moccia al telefono - F12 targato F12 immatricolato dodici, dodici, duemila dodici (12.12.2012)... cioè per chi è collezionista è un (...)".

I carabinieri avevano già dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, anche ai fini della confisca, di parte del patrimonio del clan, del valore complessivo di circa 4 milioni di euro, ricostruito e individuato nel corso delle indagini.

Il figlio di Gigi D'Alessio a Gennaro Moccia: "Ti faccio 2 bonifici"

"Allora... un attimo di attenzione per favore.. allora io, martedì questo ti posso bonificare 7mila euro e la differenza il 5 luglio... In due bonifici praticamente te li devo mandare..se vuoi ti do anche...". E' un passaggio di un'intercettazione di un colloquio telefonico tra Claudio D'Alessio, figlio del cantante Gigi, e Gennaro Moccia. Claudio D'Alessio deve dei soldi a Gennaro Moccia, ha accertato l'inchiesta dei carabinieri attraverso le intercettazioni tra il settembre 2017 e il luglio 2018. In una telefonata risalente al novembre 2017 Moccia rimproverava - stando alla relazione dei carabinieri - il figlio dell'artista per il fatto che non si fosse fatto più sentire, sollecitandolo ad incontrarsi. In un'altra telefonata del 23 dicembre 2017 lo stesso Moccia contattava Claudio D'Alessio e avuta la conferma da quest'ultimo di aver risolto una questione, concordava un incontro da tenersi nel primissimo pomeriggio a piazza Euclide, a Roma, evidentemente finalizzato - ritengono gli investigatori - alla consegna di una parte dei soldi dovuti.

In quegli stessi giorni D'Alessio parlava del debito con Marco Claudio De Sanctis (presidente del Mantova Football Club), commentando - scrivono i militari dell'Arma - i modi pressanti di Moccia e riferendogli di aver quasi estinto il debito nei confronti dello stesso, rimanendo pendente solo una piccola somma.

Ulteriori intercettazioni telefoniche nei mesi successivi hanno portato gli investigatori a ritenere che Claudio D'Alessio, saldato a novembre 2017 il debito nei confronti di Gennaro Moccia, abbia poi usufruito di un ulteriore prestito di denaro da parte di questi, riprendendo a corrispondergli interessi fino al luglio 2018. Ed è proprio nel giugno di quell'anno che il figlio dell'artista informava Moccia che il 26 giugno avrebbe potuto fargli un bonifico di 7mila euro e il resto l'avrebbe corrisposto il 5 luglio.