Roma
Campi chiusi e case ai rom. Sel e Casapound si "sfiorano"
Prima il ministro degli Interni, Alfano, che martedì sera in tv ha minacciato una specie di commissariamento dell'emergenza: "Bisognerà trovare delle soluzioni abitative. Ci sono delle competenze specifiche dei sindaci. Sono d’accordo con i sindaci che occorre vedersi e trovare una soluzione che sia socialmente accettabile. Incontrerò i sindaci dovranno dire loro come intendono risolvere il problema nelle loro città. Se io rileverò che ci saranno ancora problemi di sicurezza e ordine pubblico dovrò ulteriormente intervenire e lo farò senza avere alcuna timidezza".
Il giorno dopo di primo mattino da Roma arriva la strada e la indica il vicesindaco Luigi Nieri: "Chiudere i camoi nomadi e dare una casa ai roma bisognosi". E ancora, con magfgiore chiarezza: "I rom che "hanno redditi alti e delle proprietà vanno mandati via dai campi perché non hanno bisogno dell'assistenza di Roma Capitale. Chi invece ha bisogno va assistito come tutti i cittadini, e cioè in case di edilizia pubblica". E se non fosse abastanza chiaro ha infine ribadito: "Che ai nomadi possano essere assegnati alloggi popolari "non dobbiamo avere paura di dirlo, perchè l'industria della paura la lasciamo a Salvini e a chi è convinto che basta creare paura per risolvere il problema".
E sulla necessità di dare seguito alle indicazioni dell'Unione Europea e chiudere una volta per tutte "i ghetti" sparsi nelle periferie, c'è una volontà bipartizan. Se Nieri di Sel vuole chiudere, la pensano così anche gli esponenti di Casapound che hanno annunciato la partecipazione alla manifestazione dei comitati di quartiere di Primavalle e Boccea per la chiusura dei campi. Scrive Casapound: "CasaPound Italia aderisce alla manifestazione indetta dai comitati di quartiere e mercoledì 3 giugno, alle ore 17.30, sarà fuori della stazione metro di Battistini, a Roma, per protestare contro il degrado e chiedere la chiusura dei campi rom di via Cesare Lombroso e via della Monachina”. Lo comunica Cpi in una nota.
“La situazione nel quartiere – prosegue la nota – è da tempo insostenibile, come CasaPound evidenzia da mesi, anche se le nostre denunce del passato furono criminalizzate con assurde campagne stampa per difendere le ‘risorse’ dei suddetti campi, oggi posti al centro dell’attenzione dai recenti e ben noti casi di cronaca. È arrivato il momento di promuovere una mobilitazione politica affinché questi centri di illegalità e degrado vengano chiusi”.