Campi rom, roghi tossici: in via di Salone una fabbrica di rifiuti. 4 arresti
In manette 4 nomadi e 19 denunciati per i righi tossici al campo di via Salone. La complicità delle ditte locali
Roghi tossici al campo rom di via Salone, il blitz della polizia Municipale porta a 4 arresti e a 19 indagati e alla scoperta di una vera e propria organizzazione per lo stoccaggio e lo smaltimento di rifiuti, anche tossici. Con la complicità di aziende locali.
Così alle prime luci dell'alba è partita l'operazione della Polizia Locale di Roma Capitale, volta ad eseguire ben quattro misure coercitive personali, in relazione al traffico ed allo smaltimento illecito dei rifiuti nel campo nomadi di via di Salone.
Le indagini condotte dal gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale e Comando Generale, erano iniziate nel febbraio 2017 a seguito delle numerose denunce, presentate dai cittadini residenti, nei confronti del fenomeno dei "roghi tossici" che con cadenza pressoché quotidiana, si sviluppavano all'interno del campo.
Grazie alle attività tecniche di investigazione Coordinate dalla Procura della Repubblica di Roma, (Sostituto Procuratore Desirè di Gironimo e Procuratore aggiunto Nunzia D'Elia) i caschi bianchi romani hanno potuto accertare l'esistenza di un sodalizio criminale all'interno del campo rom, che si occupava di stoccare, incendiare e smaltire rifiuti, anche speciali, di cui in qualche caso curava anche il trasporto per conto di compiacenti ditte italiane.
Tra le attività criminali registrate tra marzo e luglio 2017, la polizia locale ha elencato i seguenti episodi:
- il 22 marzo 2017 H.E. e H.A, marito e moglie di 61 e 65 anni di nazionalità bosniaca, hanno dato fuoco a rifiuti pericolosi (pneumatici e cavi contenenti rame) in maniera del tutto incontrollata. Per l’incendio è stata usata della benzina, gettata proprio dalla figlia minorenne della coppia.
- il 28 marzo H.W, italiano di 36 anni, è stato filmato mentre trasportava a bordo di un furgone Mercedes un ingente quantitativo di rifiuti che erano stati ritirati presso una ditta italiana che si occupa del recupero e dello smaltimento di rottami metallici e ferrosi.
- il 1 Aprile 2017 H.A., un cittadino di nazionalità italiana di 45 anni, ha raccolto e abbandonato rifiuti per una successiva combustione illecita, con l'aggravante di aver commesso il fatto in un ambito di attività organizzata.
- il 12 maggio 2017 S.J, un cittadino di nazionalità montenegrina di 36 anni, si è recato in una via del centro di Roma per caricare calcinacci e materiale di risulta da un cantiere per la ristrutturazione di un appartamento. I movimenti sono stati registrati da un GPS installato di nascosto sul suo furgone.
- il 30 maggio 2017 C.G. è stato fermato da una pattuglia della Polizia Locale mentre scaricava rifiuti ingombrati e mobilio nei pressi del campo nomadi. Due ulteriori illeciti erano stati registrati ad opera della stessa persona, da telecamere a lungo raggio, il 25 marzo ed il 1° aprile.
- il 6 giugno 2017 le telecamere nascoste hanno registrato R.V, un uomo di 68 anni di nazionalità rumena, appiccare nuovamente un incendio subito dopo l'intervento dei vigili del fuoco, che ne avevano appena spento uno.
- il 20 giugno 2017 vengono inquadrati S.A. e H.S, marito e moglie, che appiccano un incendio dopo aver abbandonato al suolo, unitamente ad altre persone, un ingente quantitativo di rifiuti: elettrodomestici, batterie, fusti contenenti solventi e prodotti chimici.
Sono ben 19 i nomi iscritti nel registro degli indagati, che dovranno rispondere di reati ambientali e smaltimento illecito di rifiuti. Eseguiti anche 5 sequestri dei relativi furgoni in uso al sodalizio. Un vero e proprio "autoparco" a disposizione del clan per svolgere i propri affari con intensa attività quotidiana. Uno dei mezzi era munito di braccio meccanico per lo spostamento ed il trasporto di rifiuti particolarmente ingombranti e pesanti, come fusti di olii esausti e solventi o prodotti chimici.
Le indagini sono tuttora in corso per far luce su ulteriori responsabilità di privati cittadini e aziende, che hanno smaltito illegalmente i rifiuti pericolosi.
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