Campidoglio, banche in fuga: nessuno vuole essere tesoriere del Comune di Roma
Il bando per l'affidamento del servizio di tesoreria capitolina va deserto: flop M5S
Banche in fuga dal Campidoglio: la gara per aggiudicarsi la tesoreria del Comune di Roma va deserta.
Gli istituti di credito non sono interessati ad aggiudicarsi la gara da oltre 7 milioni in 5 anni per "l’affidamento in concessione del servizio di tesoreria di Roma Capitale e del servizio di cassa delle dipendenti Istituzioni".
Sarà per la grande esposizione delle casse capitoline, sarà per il problema delle anticipazioni di cassa, fatto sta che sembra che non ci siano più banche disposte a svolgere il servizio di tesoreria.
Nonostante gli sforzi della giunta Raggi, che aveva chiamato un team di esperti per redigere un bando "appetibile", per il Campidoglio non ci sono novità in vista. Lo scorso 26 febbraio, al momento dell'apertura delle buste, nessuna offerta era pervenuta, neanche dal pool di banche capitanato da Unicredit con Bnl e Monte dei Paschi di Siena che da anni ormai gestisce il servizio per conto del Campidoglio.
Da quando è scaduta la convenzione il 31 dicembre 2015, il servizio di tesoreria capitolino è stato infatti gestito in proroga dal Rti Unicredit-Bnl-Monte dei Paschi.
Una prima gara era stata bandita a fine 2015 dal commissario straordinario Francesco Paolo Tronca, ma era andata deserta.
Proprio per questo la giunta a 5 Stelle era corsa ai ripari costituendo un gruppo di lavoro ad hoc per trovare una soluzione. In base alle analisi condotte dal team era stato appurato che lo scarso interesse per la gara precedentemente bandita era da attribuire a due fattori principali: mutate condizioni del mercato dei servizi di tesoreria, che rendono per nulla appetibili le condizioni di gratuità tipiche del servizio di Tesoreria degli Enti locali a fronte dei costi relativi da sostenersi a carico degli operatori bancari; la lievitazione di tali costi, che per Roma Capitale sono determinati da alcune componenti tipiche, quale l'immobilizzazione del capitale necessario per l'eventuale concessione dell'anticipazione di tesoreria, ma anche da componenti peculiari legate alla struttura di Tesoreria dell'Ente, che dispone attualmente di casse decentrate sul territorio.
Per superare questi problemi, nel nuovo bando era stato definito un compenso definito in favore del futuro istituto bancario tesoriere. Inoltre, l'adesione di Roma Capitale al nodo dei pagamenti pubblici che consentirà la riscossione attraverso diversi e svariati canali renderà - una volta che la procedura sia andata a regime - superflua la presenza di casse di tesoreria sul territorio. Un lavoro di ricerca che però non è bastato a rendere appetibile il bando.