Roma
Candidati sotto esame, Raggi lascia la poltrona vuota

Meloni, Giachetti, Fassina e Marchini al test dei costruttori
Confronto tra i candidati sindaco organizzato dall'Acer, l'Associazione dei costruttori edili di Roma e provincia, ospitato nella sede dell'Ance. A partecipare all'evento Roberto Giachetti, Alfio Marchini, Giorgia Meloni e Stefano Fassina. Assente il candidato M5S Virginia Raggi, per la quale è stato comunque lasciato un posto sul palco. "Lunedì Virginia Raggi ci ha comunicato di non essere qui con noi per sopraggiunti impegni personali inderogabili - ha affermato il direttore Acer Alfredo Pecorella - Ci dispiace molto. Noi comunque abbiamo conservato simbolicamente il suo posto sul palco a testimonianza della nostra volontà di continuare a essere interlocutori di tutti, e di continuare il dibattito sulla città. Chiediamo a chi è sceso in campo per governare Roma nei prossimi cinque o dieci anni uno sforzo per questa fase di riflessione elettorale e a maggior ragione per la futura fase di governo: sostituire sin da ora la 'visione lunga' della strategia alla solita 'veduta corta' della tattica". Il settore delle costruzioni, afferma, "è uno dei principali motori economici e occupazionali di questa città".
Sei domande uguali per tutti. Ogni candidato risponderà in ordine alfabetico, con tre minuti a mezzo a testa per rispondere su ogni tema. Queste le regole del confronto tra Alfio Marchini, Giorgia Meloni, Roberto Giachetti e Stefano Fassina che hanno avuto poi un minuto per replicare sulla base di quanto emerso dal confronto
“Le opere da completare sono: intanto i trasporti con le metropolitane. La metro C va terminata fino a piazza Venezia. Mi piacerebbe anche completare i prolungamenti delle linee esistenti - ha spiegato Giorgia Meloni - E poi c’è la Fiera di Roma che è una questione non secondaria: sono convinta che la sua rivalorizzazione è fondamentale. Credo che una città come Roma meriti uno spazio espositivo alla sua altezza. Mi dimetterei se non fossi più capace di guardarmi allo specchio e non mi ricandiderei dopo cinque anni di governo se non avessi mantenuto e dato seguito agli impegni. Non credo che un sindaco debba per forza governare per dieci anni se non ha governato bene prima”.
"Ho girato molto Roma in questi quattro mesi perché a differenza degli amici al tavolo ho iniziato prima, perché mi sono anche, come si dice, 'ciucciato' le primarie. Ho visto una fotografia di città abbandonata, umiliata e per molti versi ferma e per molti altri incompiuta - ha spiegato Roberto Giachetti - La prima cosa che ho notato è che in ogni settore Roma è una città di incompiute. La prima cosa da fare è una grande operazione di manutenzione, completamento e rigenerazione di quello che c'è. Il 24 presenteremo uno 'Sblocca Roma' con il sottosegretario De Vincenti perché mettiamo in campo lo sblocco di 1 milione di euro di investimenti privati che sono bloccati".
Intendo fare un assessore che non sarà quello classico all'urbanistica ma vorrei potesse essere un unico assessore alla rigenerazione e ai lavori pubblici, tenendo insieme nello stesso assessorato due competenze prima tenute separate". E ha detto ancora: "Intendo inoltre nominare un city manager che aiuti concretamente".
"Penso che dobbiamo chiamare tutta Roma a fare un patto, e che tutti ci dobbiamo sforzare per rendere Roma più bella e orgogliosa delle proprie capacità e possibilità. Ci sono tante energie. Noi possiamo intervenire anche sulla parte commissariata del debito, da lì si possono tirare fuori risorse. Il sottosegretario Rughetti ha dimostrato in uno studio che se noi rinegoziassimo i tassi di quel debito, che riguarda i mutui contratti diversi anni fa, potremmo far entrare 100 mln di euro all'anno al Comune di Roma, soldi che potrebbero essere reinvestiti". Mentre "sul bilancio ordinario, pensiamo all'estensione della centrale unica degli acquisti alle aziende municipalizzate e alla riorganizzazione della macchina amministrativa per trovare risorse aggiuntive per gli investimenti". Ha detto ancora: "C'è stato un sindaco che ha preceduto Marino, e che non appoggia me, che ha pensato di usare i fondi che aveva avuto a disposizione solo per la spesa corrente, mangiandosi il futuro della città". Inoltre, "dovremmo creare una vera struttura di progettazione che ci consente di prendere i fondi Ue che ora non siamo in grado di attrarre per mancanza di progetti". L'operazione di bilancio, quindi, "sia sulla parte pregressa che su quella futura, con una trattativa con il governo da una parte e dall'altra con la nostra capacità di riorganizzare la struttura amministrativa".
“Mi dimetterò tra dieci anni, quando avrò restituito a questa città il ruolo che si merita come capitale del Mediterraneo, della cristianità, della nazione e d’Europa, con una squadra straordinaria annunciata in tempo record di esponenti della società civile - ha spiegato Alfio Marchini - Gioco per il lavoro, gioco per la ripresa di un settore in grandissima crisi. È fondamentale avviare una fase di grande rinascita e recupero e riconversione dell'industria edilizia. Turismo e cultura vanno affrontate con un approccio manageriale, da valorizzare. E’ impensabile che ci sia la mancanza di un bureau, per esempio nel campo della convegnistica - ha spiegato - Sul tema dell’edilizia: oltre alla riqualificazione dobbiamo cambiare i criteri di assegnazione degli appalti. Secondo, lo sblocco di fondi - oltre due miliardi di euro - che stanno fermi alla cassa depositi e prestiti. Dobbiamo fare subito un tavolo a quattro tra imprenditori, cassa deposito e prestiti, banche e Comune. Con questa operazione facciamo bene alle imprese, alle banche e a chi oggi non ha una casa. Mi impegno a tagliare del 10% la spesa corrente attraverso la lotta agli sprechi. Le partecipate - ha aggiunto - anche se non fanno parte del conto economico della spesa corrente, sono una parte importante. Il piano di giro nell’Ama viene fatto da una società di Milano che non conosce nulla di Roma per un peso di consulenza da due milioni e mezzo. Questo incide molto, perché l’Ama non può chiudere in perdita”.“Oggi - continua - ci sono 400 milioni di euro fuori bilancio. Ancora oggi qualsiasi dirigente può impegnare senza autorizzazione e copertura questi fondi. Di cosa stiamo parlando? Possibile che nessuno dice nulla? La nostra discontinuità sta nel dire che non faremo così e lo cambieremo”. “Roma - conclude - ha pochi soldi e un prodotto straordinario su cui investire per farla crescere”.
Fassina: "La proposta che torno a fare agli amici candidati, alcuni dei quali sono anche con me in Parlamento, è di chiedere insieme al governo una corsia preferenziale per approvare una proposta di legge affinché Roma sia una città metropolitana a elezione diretta, e con le competenze aggiuntive che necessita e i municipi diventino comuni metropolitani". Roma negli ultimi anni ha avuto un incremento di povertà molto superiore alla media italiana. Serve sì una spending review ma questo non vuol dire tagliare. Le risorse tolte dagli sprechi potrebbero essere riallocate ad esempio sugli asili nido, ci sono tante famiglie che non se li possono più permettere". "Caro Alfio (Marchini, ndr) mi preoccupa quello che hai detto: perché tagliare gli sprechi è un conto, e si possono tagliare anche più del 10%, ma tagliare la spesa significa contribuire ad aumentare la povertà", ha detto ancora.