Roma

Cantiere Laurentina: in 9 anni 10 morti e 130 feriti. Così Roma tratta le periferie

E' la strada simbolo della mala amministrazione della città

di Fabio Carosi


Dieci morti, 130 incidenti gravi: è la vergogna di Roma, il simbolo della mala politica e di come la Capitale tratta le periferie. Le stesse periferie che ad ogni elezione tornano al centro delle promesse dei candidati. Solo che il cantiere per il raddoppio della via Laurentina, dal cimitero di Trigoria sino al bivio delle Quattro strade, un regalo Nicola Zingaretti ha lasciato ai cittadini, è stato aperto in pompa magna e poi dimenticato.
Nove anni di paralisi. Nove anni in cui i cittadini dei nuclei residenziali che sono sorti intorno alla strada che collega la periferia sud con Pomezia, hanno vissuto con voragini, buche e incidenti stradali. Una strada che anche un vigile urbano appena assunto avrebbe dovuto chiudere per evidenti motivi di sicurezza e che ben due sindaci (Alemanno e Marino) hanno lasciato nell'abbandono per via della competenza affidata alla Provincia di Roma. Via Zingaretti, la Provincia è diventata ex Provincia e poi Città Metropolitana senza che nessuno dei burocrati riuscisse a muovere un dito.
Eppure la Laurentina è una delle "autostrade" preferite dai romani per raggiungere il litorale sud; un'arteria strategica che si snoda dell'Agro Romano, e che unisce le realtà industriali di Pomezia con l'Eur e il Raccordo Anulare.
Ora che le elezioni si avvicinano, l'orrenda macchina elettorale che si è sempre occupata del consenso e non della programmazione della città, si è rimessa in moto. Di fronte ai manichini attaccati sulle collinette che quando piove franano, con i cittadini costretti a trasformare le lenzuola di protesta in cartelli con i quali avvisano dei pericoli, la Città Metropolitana qualche giorno fa si è ripresentata accompagnata dal comandante delle Guardie Provinciali con tanto di presidente del Municipio e ha promessi di far ripartire i lavori.
Doveva essre il raddoppio di una strada, è diventato il simbolo di come sindaci, presidenti di Municipio e decentramento amministrativo trattano i romani. Dopo il dolore dei morti, la Provincia è corsa ai ripari rimpiendo la strada di cartelli con il limite di velocità a 30 all'ora: quanto basta per evitare di andare in Tribunale qualora la lista dei decessi dovesse allungarsi ma solo "ad culum parandum" come direbbe l'ex assessore Alfonso Sabella, dai processi e non dall'inerzia che ha contraddistinto 9 infiniti anni per una decina di chilometri di cantiere. Quasi fosse la Salerno-Reggio Calabria di Roma
Racconta Lorella Seri, presidente del Comitato Cinque Colline, uno sparuto gruppo di residenti che non si è mai arreso e che è stato costretto a negoziare contro i burocrati quello che è un diritto: "Noi ci siamo costituiti due ani fa e dopo 7 anni che non vedevamo più un operaio. Ci hanno spiegato che era colpa del patto di stabilità che bloccava i fondi, poi dello svuotamento di poteri dell'Ex Provincia di Roma, poi abbiamo capito che era tutta colpa dell'incapacità di gestione di questi signori. Il Municipio Roma IX? Il presidente Santoro ha presentato una denuncia contro ignoti, come se fosse un cantiere abusivo".
E invece i nomi e i cognomi di dirigenti, funzionari e di una ditta che è persino fallita, sono scritti tra i faldoni che raccontabo un cantiere infinito". "Dopo l'incontro di questa settimana - aggiunge la signora Seri - ci hanno promesso che dovrebbero ripartire i lavori e che in sei/otto mesi si potrebbe completare tutto. Siamo stanchi ma non abbiamo perso la fiducia".