Roma
Caos Procure: Palamara e altri 4 a rischio processo. Cadono accuse più gravi
Insieme a Palamara rischiano di andare a processo Luigi Spina, Adele Attisani, Fabrizio Centofanti e Giancarlo Manfredonia. Esultano gli avvocati del pm
Caos procure, Luca Palamara e altri quattro a rischio processo: la procura di Perugia ha chiuso l'indagine, passo che anticipa di solito la richiesta di rinvio a giudizio, nei confronti dell'ex pm e presidente dell'Anm indagato per corruzione.
Insieme a Palamara rischiano di andare a processo l'ex consigliere del Csm Luigi Spina, l'amica di Palamara Adele Attisani, l'imprenditore Fabrizio Centofanti e Giancarlo Manfredonia.
Ma le accuse più gravi nei confronti dell'ex Anm sono cadute. “Questa difesa con soddisfazione apprende che le più gravi forme di corruzione originariamente ipotizzate sono escluse. Infatti, il pm Luca Palamara non è più accusato di aver ricevuto somme di 40 mila euro per nominare Giancarlo Longo come procuratore di Gela o per danneggiare Marco Bisogni (all’epoca pm di Siracusa, ndr.) nell’ambito del procedimento disciplinare che lo vedeva coinvolto”, affermano in una nota gli avvocati difensori di Palamara Roberto Rampioni e Mariano e Benedetto Buratti.
“In relazione alle ulteriori ipotesi di reato ancora contestate a Palamara – hanno aggiunto i difensori - questa difesa è certa di poter portare all’attenzione degli organi inquirenti ulteriori e decisivi elementi per dimostrare da un lato l’insussistenza di accettazione di qualsiasi forma di utilità dall’altro l’assenza di qualsiasi forma di istigazione per conoscere notizie già ampiamente note in quanto riportate dai principali quotidiani nazionali”. Gli stessi difensori hanno aggiunto che “questa certezza è ulteriormente avvalorata dall’esistenza di insanabili contraddizioni emerse in ambito investigativo atteso che alla base del calcolo delle utilità asseritamente ricevute da Palamara sono state computate somme indicate in fatture palesemente false”.
Viaggi e soggiorni pagati: le accuse al pm Palamara
Sette soggiorni in compagnia dell'amica Adele Attisani, in Italia (Favignana e San Casciano dei bagni) o all'estero (Londra e Dubai), tra il 2014 e il 2017, comprensivi in qualche caso del volo aereo o del noleggio auto. E altri tre viaggi con i propri familiari tra Madonna di Campiglio, Madrid e Sardegna nel 2016. Queste le utilità di cui avrebbe beneficiato Luca Palamara nel periodo in cui era componente del consiglio superiore della magistratura, dall'amico e imprenditore Fabrizio Centofanti, nella veste di titolare della società Energie Nuove srl di Artena. Per la procura di Perugia, proprio Adele Attisani sarebbe "l'istigatrice delle condotte delittuose nonchè la beneficiaria di parte delle utilità", oggetto di contestazione.
Grazie all'interessamento di Centofanti, la donna, tra il 2013 e il 2015, avrebbe avuto modo di beneficiare di alcuni interventi presso la sua abitazione romana: tra questi, lavori per 23 mila euro, quali opere di impermeabilizzazione di terrazze e fioriere perimetrali, con svuotamento delle stesse, posizionamento dei canali per facilitare il drenaggio del terriccio nei chiusini di scolo, rimozione di circa 1 mq di pavimentazione esterna e impermeabilizzazione del massetto sottostante per eliminare le infiltrazioni. A ciò vanno aggiunti altri interventi domestici, realizzati tra il 2015 e il 2017, quali la manutenzione dell'impianto elettrico e di videosorveglianza, il rivestimento di muri del terrazzo, la realizzazione di una veranda (per un importo di 22 mila euro) e la realizzazione di venti copri vasi in alluminio e di un avvolgibile (11 mila euro di lavoro).
Tra le contestazioni avanzate dalla procura di Perugia, figurano altre utilità erogate da Centofanti ad Attisani, come un trattamento di bellezza in un centro estetico al Grand Hotel di via Veneto, spostamenti con autisti personali nella tratta da Roma all'aeroporto di Fiumicino e il trasporto di mobili dalla capitale a Locri. A Giancarlo Manfredonia, titolare della società Circum Viaggi srl, è contestato il favoreggiamento personale perchè alla Guardia di Finanza che cercava informazioni su un viaggio a Dubai del pm Palamara avrebbe fornito "documentazione manipolata". Luigi Spina, invece, risponde del reato di rivelazione del segreto d'ufficio perchè come membro della prima commissione del Csm, avrebbe rivelato allo stesso Palamara dell'arrivo a Palazzo dei Maresciallo di un esposto presentato dal pm Stefano Rocco Fava e "le reazioni" dei componenti della commissione degli altri consiglieri e le loro intenzioni (circa l'eventuale audizione di Fava). E a Palamara avrebbe rivelato anche l'esistenza di un cd contenente atti utili a supporto dell'esposto conservato in cassaforte presso la segreteria di Presidenza. Sempre Spina è accusato dalla procura di Perugia di aver detto a Palamara informazioni sulla nota di pg, recapitata al Csm e contenenti atti coperti da segreto istruttorio, relativa alla sua iscrizione sul registro degli indagati a Perugia, rivelandogli a grandi linee chi erano gli altri soggetti coinvolti, alcuni dettagli delle intercettazioni e il titolo di reato ipotizzato. Così facendo anche Spina è indagato per favoreggiamento personale per aver aiutato Palamara a eludere le investigazioni.