Roma
Caos rifiuti a Roma: “E' colpa dei romani”. Lo scrive l'Ama a 500 famiglie
Lettera surreale dell'azienda a 500 cittadini romani che chiedevano la riduzione della tariffa sui rifiuti Tari prevista per legge
Emergenza rifiuti a Roma, l'Ama ha deciso: è colpa dei romani che hanno aggravato la situazione drammatica del ciclo dei rifiuti. E l'ha pure messo nero su bianco in una lettera surreale in riposta alla richiesta di rimborso dell'80% della Tari presentata da 500 famiglie.
Non solo l'Ama nega il rimborso, quindi, ma addirittura chiama 500 famiglie romane come correi di una situazione che va avanti da anni e che nel mese di luglio è stata conclamata come emergenza, con tanto di intervento della Regione Lazio con un'apposita ordinanza urgente.
A rendere nota la lettera in cui Ama scarica le responsabilità dei cassonetti stracolmi è il Codancons, al quale le famiglie si erano rivolte per presentare ad Ama la richiesta prevista dalla legge di riduzione dell'80 per cento della tassa sui rifiuti.
E così non è bastato altro che aspettare per leggere la risposta di Ama: “AMA è costantemente impegnata a garantire il continuo e regolare svolgimento del servizio di raccolta rifiuti nella città di Roma. Eventuali ed occasionali criticità sono da ricollegare non alle attività svolte da AMA quanto, piuttosto a contingenti problematiche connesse all'intero ciclo di gestione dei rifiuti nonché, in alcuni casi, al non corretto conferimento dei rifiuti medesimi da parte dell'Utenza”.
Ovviamente “l'impegno costante” si riferisce alla buona volontà di chi lavora e mal si concilia invece con i risultati ottenuti nel mese di luglio e agosto, quando le foto di una città sommersa e ai limiti dell'emergenza sanitaria, hanno arricchito la letteratura fotografica sui guai di Roma in tutto il pianeta.
E così il Codacons, per evitare di essere accusato di aver diffuso una speranza vana come quella della riduzione della Tari, passa al contrattacco con una nuova diffida all'Ama per chiedere l'annullamento della lettera e alla Procura di Roma un esposto per valutare se il comportamento della società “possa configurare fattispecie come il rifiuto di atti d’ufficio e l’appropriazione indebita”.