Caos rifiuti, assessore M5S processa i manager Ama in diretta facebook
Giustizia sommaria via social: referendum cittadino: "Volete voi conferire (A Cerroni) oppure..."
Il futuro di Roma a Cinque Stelle è nelle mani di Facebook. E' sulla piattaforma social che il Movimento Cinque Stelle di Virgina Raggi ha deciso di promuovere ogni forma di trasparenza, e persino di procedere al "sequestro di dirigenti delle aziende" qualora non lavorino come dovrebbero.
Stremati dalla criticità della raccolta dei rifiuti e dopo più di un mese trascorso a denunciare senza adottare soluzioni, i grillini cercano la via breve della giustizia social e mandano in onda in diretta il processo all'Ama e al suo presidente Fortini. Mai brillante nella gestione dell'azienda e delle soluzioni, Daniele Fortini viene messo alle strette dall'assessore Paola Muraro che, in pochi mesi, si è trasformata da consulente stipendiata di Ama, in Torquemanda della monnezza.
Più di due ore di "udienza", con la minaccia di okkupare la sede dell'Ama senza avere un piano pronto e operativo, ignorando regole, leggi e lo scenario che vede troppi soggetti coinvolti nella gestione dei rifiuti. E l'incubo di dover ricorrere ancora una volta al "salvatore di Roma", Manlio Cerroni per evitare il collasso della città. Tant'è che l'assessore Muraro alla fine ha calato l'asso proponendo addirittura un referendum cittadino: "Volete Roma pulita e i rifiuti da ..... oppure?".
Il processo in diretta è una sorta di gara demagogica a chi la spara più grossa. Da una parte l'assessore che incalza Fortini e i dirigenti dell'Ama, passando dal dramma della raccolta degli "ingombranti" sino al disastro degli indifferenziati. E chiedendo soluzioni immediate in stile "Protezione Civile", paventando di conferire nel primo impianto di trattamento libero. E Fortini si difende: "Noi non possiamo conferire rifiuti in nessun impianto privato senza una gara". Ma l'assessore slitta, scivola sui rifiuti, slitta sulle procedure e insistere nel chiedere il coinvolgimento della Regione Lazio pur di evitare che il suo lavoro di problem solving non vada a sbattere contro la selva di leggi e regolamenti regionali.
Due gli elementi che fanno riflettere: la scelta del Movimento di processare in diretta i manager dell'azienda, paventando l'operazione come "operazione trasparenza" e tagliando dal gioco media e cittadini che non hanno accesso ai social; e la necessità ben compresa dall'assessore Muraro che l'unico modo per uscire dal dramma in cui si è cacciata Roma, è quella di dichiarare l'emergenza e affidarsi a un commissario che metta ordine nei rapporti tra Comune, Regione, e Ama.
Diversamente il "piano Ama" prevede che lo scenario romano torni a livelli accettabili grazie alle vacanze dei romani. Meno cittadini, meno rifiuti e fine dell'emergenza. questa la soluzione prospettata da Ama che per nulla al mondo è disposta a trattare "privatamente" con Cerroni. Alla fine Roma, per l'incapacità di costruire nuovi impianti, torna sotto scacco del "re della monnezza".