Caos Sant’Andrea, auto ferme e pazienti a piedi fino all'ospedale. Il video
Accesso impossibile a dipendenti e pazienti, la viabilità in tilt ripresa in un video
Auto incolonnate nel traffico e pazienti che, sfiniti dopo 40 minuti d'attesa, vanno a piedi fino al pronto soccorso: l'ospedale Sant'Andrea è un incubo. In un video il calvario degli automobilisti intrappolati.
"Sono qui da 40 minuti" , così si apre un video che la Cisl Fp Lazio pubblica su Facebook. Un racconto dettagliato, minuto per minuto, di ciò che pazienti e dipendenti dell'ospedale romano devono fare per arrivare alla struttura. Nessun vigile, nessun controllo, tutto immobile; si vede solo una macchina che trasporta sangue che viaggia contromano. "Signora Raggi, cosa vogliamo fare?" si chiede l'auto del video. “L'80% delle persone passa di qui per andare sulle Cassia, è assurdo, questo accade a Roma” denuncia ancora l'uomo. "E se deve passare l'ambulanza?" si chiede, "Te lo spiego io come passa l'ambulanza, perché tutte le mattine faccio la solita fila - risponde amaro un utente su Facebook - In curva contromano ,fino a che non fanno un bel frontale e ci rimangono secchi".
Una vera e propria emergenza quella degli automobilisti che, venendo dal Gra, invadono la strada privata riservata all'ospedale per poi ri-uscire verso il centro di Roma. Una situazione denunciata dal Condacons e sottolineata da Giuseppe Caroli, Commissario Straordinario del Sant'Andrea, che chiede l'intervento del Prefetto di Roma per regolamentare il traffico selvaggio intorno alla struttura: "Abbiamo accolto l’appello disperato di utenti e dipendenti che tutti i giorni da anni fanno lunghe code per entrare in ospedale e accedere ai servizi. Una situazione insostenibile denunciata dalla Direzione Aziendale dal 2016 – dichiara Caroli - L’ospedale da tempo chiede l’intervento delle istituzioni municipali che tuttavia non hanno trovato una soluzione condivisa, nonostante i diversi tavoli tecnici e il finanziamento stanziato dalla Regione Lazio per una viabilità alternativa che non incida sul regolare servizio assistenziale reso dall’ospedale”.
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