Roma

Capannelle, domenica Roma galoppa con i purosangue arabi del Dubai Day

Le distanze scelte per il pomeriggio andranno dai 1500 metri fino ai 2000 metri. Si corre a Capannelle dalle 14

A Capannelle la prima grande domenica primaverile. Da oggi Roma torna a galoppare grazie alla passione per l'equitazione degli Emirati Arabi che rinnovano l'impegno per il Dubai Day.

È di estrema importanza che nel giorno del premio Parioli e in quello del Regina Elena, le nostre Ghinee, alle due pattern e alla listed (il Botticelli) che porta al Derby italiano, trovino il giusto risalto tre corse riservate al cavallo purosangue Arabo.

Una scelta che onora il galoppo romano ed italiano (è comune anche ad altri importanti ippodromi italiani) e che sempre di più sta assumendo i connotati del confronto realmente internazionale grazie alla presenza di cavalli purosangue arabi di sicuro spessore. Se le due pattern sono legate ad una realtà assoluta del galoppo mondiale come Shadwell e il Botticelli agli stessi Emirati, le tre corse riservate ai cavalli purosangue Arabi saranno: Dubai International Arabian Races 2019, la listed sui 2000 metri per quattro anni e oltre, il Taajer UAE Embassy, importante e qualificante scontro sui 2000 per le sole femmine di quattro anni e oltre mentre la terza corsa, sui 1500 metri e per i tre anni, sarà il premio Shadwell Arabian Stallions.

Una giornata dunque indimenticabile con altre tre corse si sicura valenza spettacolare e certamente anche qualitativa dal momento che si tratta di tre Handicap Principali: il premio Jebel Ali per femmine intergenerazionali sui 1500, il Mario Perretti, storico “patron” di Capannelle negli Anni 50 e 60, sempre per femmine ma sui 2000 e il WWF, sui 1500 per anziani, che lega il suo ad una eccellenza professionale quale LP ROMA Boutique Legale e Professionale, una presenza che sta pian piano diventando tradizione. Questo è ciò che attende il vero appassionato (oltre a tutte le altre consuete manifestazioni collaterali e alla tradizionale e nota accoglienza di Capannelle che vedrà funzionanti tutte le sue strutture), unitamente alla ampia copertura televisiva sul canale 220 di Sky. La cartina di tornasole che questa sarà la domenica della vera selezione è data dal fatto che tutte le nove corse si disputeranno sulla severa e selettiva pista grande in erba, esattamente la stessa che salutò la leggenda del Turf mondiale, Nearco, tanto nel Parioli come nel Derby ovviamente vinti. Le distanze scelte per il pomeriggio andranno dai 1500 metri fino ai 2000 metri. Due pattern, due listed, due condizionate e tre HP, ecco il sontuoso, selettivo e tradizionale programma che solo Capannelle e da sempre sa organizzare.

Il Parioli Shadwell mutua il suo nome non soltanto dal quartiere romano noto in ogni parte del mondo ma soprattutto dall’ippodromo (forse molti lo ignorano) attivo fino all’inizio degli anni 20 quando la zona diventò piazza d’armi ma, successivamente, accanto trovò vita il famoso trotter di Villa Glori dismesso alla fine degli anni 50 (fu edificata Tor di Valle) per far posto al Villaggio Olimpico. L’ippodromo Parioli occupava la vasta zona sulla quale oggi sorge gran parte del Villaggio Olimpico fino a lambire il greto del Tevere e Ponte Milvio, alla destra della via Flaminia uscendo da Roma e fino al degradare della collina di Villa Glori. La prima edizione del Premio Parioli sul miglio, le nostre 2000 ghinee, ebbe luogo nel 1907 proprio in quell’ippodromo, cento anni dopo quelle di Newmarket ed è importante che a siglare la prima edizione fosse proprio un gigante del nostro turf vale a dire il Conte Felice Scheibler, nome di scuderia Sir Rholand, (a segno altre tre volte) con Gustaco seguito da Demetrio che siglò anche il derby per i colori del Principe Doria Phamphili. Nel 1911 ecco comparire il nome leggendario di Federico Tesio grazie alla vittoria di Guido Reni. L’altro grande rivale di Tesio ovvero Giuseppe De Montel appare nel 1924 con Lauco ovviamente un figlio di Havresac. Fino agli anni 60 il Parioli si disputava anche due settimane dopo il Regina Elena, cosi che molte sono state le femmine capace di iscrivere il proprio nome nella classica: Delleana, Nogara, Jacopa del Sellaio, Archidamia, Bernina e dopo la guerra Astolfina, Saccaroa mentre Tadolina fu sconfitta da Bauto. Oltre che con Archidamia (ultima femmina capace di vincere anche il Derby) la razza del Soldo iscrisse il suo nome, tra gli altri, anche grazie a Crapom che vinse poi l’Arco di Trionfo. Questa corsa la vinsero Nearco, Niccolò dell’Arca, Botticelli, campioni assoluti. Tra le scuderie i più bei nomi del nostro turf oltre ai citati: la Mantova, la Rozzano, la Miani, la Novella, la Spineta, la Fert, la Cieffedi, la Metauro, la Vedano, la Elvi, la Gabriella, la Ajb, la Rencati, la Zaro, la White Star, la Laghi,la Colle Papa, la Nuova Sbarra, la Pieffegi, la Incolinx, Mario Lanfranchi,la Effevi, la Blueberry, la Archi Romani. Il gotha del nostro turf unitamente a parecchi graditissimi ospiti stranieri. Eccoci alla edizione 2019, quella che dovrà fornisci il successore di Wait Forever. Boitron allievo di Richard Hannon per la giubba di Augustin Normand ma in comproprietà con un team di numerosi appassionati che ama l’Italia ed anche Roma dove sovente viene in trasferta con i propri cavalli come in questa gradita occasione, ha le stimmate del cavallo stimato ed importante, capace di suite di affermazioni, tre di fila a due anni prima di finire quarto nel Lagardere (107 finale), il Gran Criterium francese ma da contro favorito. È rientrato, quinto a circa cinque lunghezze dal laureato Mohaather nelle Greenham di Newbury. Passa da Roma per intestarsi un alloro importante prima di, forse, riprendere la sua ascesa. Avrà in sella Rossa Ryan, un ragazzo del 2000 che ha un retroterra paragonabile a quello del nostro grande Christian Demuro perché ha iniziato e per diversi anni proprio con i pony. Adesso, dopo aver lasciato l’Irlanda, collabora con Richard Hannon che gli ha dato fiducia fino a proporlo in questa classica. Il nostro campione si chiama Mission Boy. Appartiene alla Blueberry, è allenato da Stefano e Alduino Botti e soprattutto è imbattuto con sequenza impressionante: De Montel, Riva, Gran Criterium ed ora Gardone per arrivare alla classica. Lanfranco Dettori è il jockey più famoso nel mondo, ha vinto tutto ma gli manca appunto il Parioli. L’Italia e Roma sono nel suo cuore, appena può non manca. Ha sfiorato la classica con Patriot Hero e con Qatar Dream. Ancora una volta rinnova il suo nobile atto di amore verso capannelle, eccolo in campo in sella a Foot of King, stessa connection di Patriot Hero. Tenterà la impresa. Dal Pisa arriva Out of Time, il laureato sul quale ecco un altro nostro grande fantino internazionale quale certamente è Andrea Atzeni che il Parioli lo ha vinto con Poeta Diletto. C’è Pensiero d’Amore con il quale Dario Vargiu vuole succedere a sé stesso (Anda Muchacho e Wait Forever) e tentare il triplete come quello del grande Carlo Ferrari negli anni 60 con Bauto, Ciacolesso e Raeburn. In campo anche Gates of Horn, Saga Timgad, Malibu Roan e Zoman.

Il controcanto al Parioli sarà quello del Regina Elena, nato lo stesso anno ed anche questo, sono le nostre 1000 ghinee, vinto da Sir Rholand con Madrè. Anche qui gli stessi grandi nomi di tutte le più celebrate scuderie italiane con anche la Ticino, Vittadini, la Terminillo, l’Olmo, Giannotti, la Golden Horse, la Nordovest, la Siba, la Rima, Mill Borromeo, Abete Blu, la Eleonora, il Levante, la Vulci. Il grande turf è passato da Parioli ed Elena. Compreso le grandi cavalle e gli ospiti stranieri. Duccia di Buoninsegna, Delleana, Nogara, Jacopa del Sellaio, Archidamia, Tokamura, Astolfina, Saccaroa,Rossellina Tadolina.

Insomma il premio Elena non ha quasi mai tradito e osservando l’albo d’oro ci si può davvero divertire a compiere un meraviglioso tuffo nel passato. Lo scorso anno vinseAct of War. Questa volta, sarà seconda tris, sono in parecchie a pretendere e la incertezza regna sovrana tra le 13 protagoniste che sicuramente daranno vita ad una corsa entusiasmante: Bridge Battlango, Cielo di Irlanda, Crisaff’s Queen, Dahara, Fulness of Life, Greach, Intense Battle, Lamaire, Miss Moon, Must Be Late, New Queen, Stone Tortnado e Verde e Rosa. Hanno tutte le carte in regola e vengono tutte o quasi dalle tappe canoniche che portano alla classica. Ai grandi fantini citati in precedenza qui si aggiunge anche una grande gloria come Gerald Mossè in sella a Fullness of Life. Dal Botticelli (campione proprio di altri tempi, creato dal Senatore per vincere la Gold Cup di Ascot) si va al Derby anche per vincerlo come ci rammentano i nomi di Goldstream, Biz The Nurse, Rakti ma anche dei piazzati d’oro Ansiei, Henry Mouth, Permesso e non solo. Guai a sottovalutare la enorme importanza che il Botticelli assume in vista del Nastro Azzurro. Ci provano adesso il leader sulla distanza della generazione dei due anni che effettua il suo rientro ovvero Atom Hearth Mother sfidato da un cavallo dai limiti ancora non precisati ma enormi vale a dire Frozen Juke. Sarà un duello fantastico con in campo anche (nove in tutto) Being Alive, Bridge Pinot, Full of Lying, Garden of Eden, Jighen, Tialleno, Tritone Red.

Assolutamente internazionale il campo della listed per i purosangue Arabi cosi come quello delle altre due corse con ben 10 protagonisti nella corsa listed molti dei quali provenienti dall’estero.

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