Roma

Capannelle, prima le proteste poi lo show del trotto: torna la grande ippica

L’Ippodromo di Capannelle ha riaperto le proprie porte al pubblico per il Gran Premio Triossi ed il Gran Premio Turilli: vincono Always Ek e Vivid Wise As

Torna la grande ippica all'ippodromo di Capannelle con lo show del trotto: malgrado l’afa opprimente che ha caratterizzato il pomeriggio del 29 giugno, il pubblico è tornato dal vivo per assistere una delle giornate clou del calendario ippico nazionale. Ma non sono mancate le proteste contro il Mipaaf prima delle corse.

Nella giornata festiva di San Pietro e Paolo infatti, l’ippodromo della Via Appia ha infatti ospitato l’ultimo convegno di trotto di questa prima metà dell’anno (il ritorno del trotto è infatti calendarizzato ai primi del mese di settembre) mandando in scena due corse di gruppo 1 magnificamente confezionate: il Gran Premio Tino Triossi (€. 180.180 – gruppo 1 -mt. 2.100 per cavalli europei di 4 anni) e ilGran Premio Gaetano Turilli (€. 180.180 – gruppo 1 – mt. 2.100 per cavalli di 4 anni e oltre di ogni paese).

Il lungo pomeriggio di corse, iniziato alle ore 16.30, ha raggiunto il clou con il Gran Premio Triossi, partito alle ore 19.30, con mezz’ora di ritardo sulla tabella di marcia per una protesta di tutte le categorie del trotto romano, professionisti, proprietari, guidatori e gentlemen, che hanno denunciato la discriminazione posta in atto nei loro confronti da parte del Mipaaf nella gestione delle date e degli orari di corsa. Alle ore 20.20 è stata la volta del Gran Premio Turilli con il duello annunciato tra Zacon Gio e Vivid Wise.

“Stiamo piano piano cercando di superare le tante difficoltà affrontate fin dall’inizio – spiega Elio Pautasso, Presidente di Federippodromi (Gestori Ippodromi) e Direttore generale Hippogroup Roma Capannelle -, quando in piena pandemia siamo stati costretti alla chiusura dell’ippodromo e delle gare, mentre il centro di allenamento era funzionante per i tanti cavalli stanziali, con tutte le problematiche del caso. Poi abbiamo gestito la riapertura, inizialmente a porte chiuse, anche quella piuttosto complicata visto che il Ministero dell’Agricoltura e il Ministero della Salute hanno iniziato a rimpallarsi le responsabilità del via libera. E alla fine, grazie all’ordinanza regionale, abbiamo riaperto tutte le nostre attività all’interno dell’ippodromo, ma naturalmente adesso bisogna recuperare il pubblico, le famiglie, il gioco, le corse non disputate durante la pandemia. Senza dimenticare quella che è attualmente la questione più delicata da risolvere in fretta, quella dei contratti. Un’impasse che riguarda tutti gli ippodromi italiani, non solo Capannelle, e che ci auguriamo possa essere superata prima possibile”.

Presente all’Ippodromo Capannelle anche Daniele Frongia, Assessore allo Sport, Politiche giovanili e Grandi Eventi di Roma Capitale: “Una prestigiosa giornata che significa molto per il mondo dell'ippica e per la ripresa post lockdown causato dall’emergenza sanitaria da Covid-19. Nella globale ridefinizione di spazi, luoghi e regole imposte dalla pandemia, il mondo dello sport ha vissuto con grande negatività l’imposizione dello stop forzato e l’ippica è un settore che sappiamo aver sofferto molto e che rischia di essere minato dalle sue fondamenta. Per questo auspico che l’intervento del Governo sia davvero tempestivo perché possa in maniera incisiva dare una sferzata alla piena ripresa dell’attività e del settore affiancandolo nel percorso di rinnovata crescita. Questo Gran Premio, che è la grande Festa del Trotto, ha dunque il sapore della rivincita del settore ed essere qui a testimoniarlo rappresenta la vicinanza dell’Amministrazione capitolina, mai mancata, a questo luogo, alla sua valorizzazione e a tutti i lavoratori del settore”.

Gran Premio Tino Triossi

Cronologicamente sono scesi in pista prima i tredici protagonisti del Premio Tino Triossi nel quale il derbywinner Alrajah One (rientrato vincendo in maniera strepitosa a Padova) doveva confrontarsi con la “cavalleria” del Team Gocciadoro (ben sei i cavalli allenati a Noceto presentati da Alessandro e dal padre Enrico) capitanata dal fantastico Axl Rose, vincitore lo scorso anno di tutte le classiche riservate ai nati nel 2016 ad eccezione di uno sfortunato Derby.

I due più attesi sono stati puntuali protagonisti della corsa, ma entrambi non sono stati capaci di tagliare vittoriosi il traguardo perché Always Ek (uno dei sei schierati dal Team Gocciadoro) - che aveva corso in maniera strepitosa a Padova al seguito di Alrajah One – ha confermato tutto il suo valore e la sua predilezione per le piste ampie e ha dominato nonostante uno schema di corsa non del tutto favorevole. Il figlio dell’indigeno Filipp Roc ha fatto partenza nel tentativo di trovare una posizione tatticamente discreta ma hanno colto avvio altrettanto buono tutti gli altri sei cavalli della prima fila e Andrea Guzzinati (chiamato ad interpretarlo da catch driver) ha dovuto fare buon viso a cattivo gioco e adeguarsi in terza pariglia esterna dietro ai compagni di allenamento Axl Rose e Aramis Ek: impeccabili le scelte di Guzzinati che a metà gara non si è opposto all’avanzata in terza ruota di Al Capone Stecca e ha atteso che quest’ultimo esaurisse il suo sforzo per lanciare in terza ruota Always Ek. In breve il portacolori della Scuderia Effebi ha aggirato Aramis Ek per lanciarsi sulla coppia di testa composta da Alrajah One e Axl Rose, lungo la curva finale non ha fatto una piega quando Axl Rose si è inopinatamente gettato di galoppo al suo interno e ha atteso la retta di arrivo per produrre l’ulteriore decisivo sforzo che lo ha portato a sopravanzare in scioltezza il calante Alrajah One per concludere netto vincitore a media di 1.12.5 (e il chilometro finale è stato cronometrato in 1.11.5).

Alrajah One, pur calando alla distanza (in pista grande soffre il doppio chilometro e comunque nei primi 700 metri di gara aveva speso energie per alternarsi al comando con Amon You Smù con Bellei e Antonio Di Nardo entrambi appiedati per lo scambio di posizione) è rimasto netto secondo a precedere le due femmine presentate da Erik Bondo che hanno fatto tesoro dei due migliori numeri di partenza per cogliere, da opportuniste, altrettanti importanti piazzamenti: la più dotata grigia Arnas Cam alla fine ha superato All Wise As che l’aveva scavalcata in avvio.

Inevitabilmente tutti i soggetti costretti ad avviarsi in seconda fila non hanno avuto l’opportunità di emergere da quella scomoda posizione di partenza.

Gran Premio Gaetano Turilli

Dopo il ritiro di Virginia Grif, sono stati dodici i protagonisti dell’edizione 2020 del Gran Premio Gaetano Turilli, per la prima volta collocato temporalmente in estate anziché ad ottobre (come negli ultimi 20 anni) o a Santo Stefano (come nelle edizioni dal 1959 al 1999).

Zacon Giò, fresco recorder del mondo in pista da mezzo miglio grazie all’1.09.3 ottenuto qualche settimana fa a Padova, si è presentato all’impegno da nettissimo favorito, preferito in maniera addirittura eccessiva ad un campione di assoluto livello come Vivid Wise As che aveva patito delle difficoltà in occasione della lunga trasferta svedese per l’Elitlopp di fine maggio ma tornato alle cure di Alessandro ed Enrico Gocciadoro da tre settimane a questa parte è stato ripresentato in una condizione davvero strepitosa, messa in mostra fin dalla sgambatura avvenuta dopo la quarta corsa del convegno. Alessandro Gocciadoro è stato perfetto nell’interpretazione del 6 anni da Yankee Glide facendogli cogliere avvio perfetto dal numero esterno della prima fila grazie al quale è anche riuscito a sopravanzare di giustezza Zacon Giò che però ha sfruttato il numero interno e l’arrivo della prima piegata per difendere la posizione di testa costringendolo ad accodarsi in seconda posizione. Roberto Vecchione, interprete di Zacon Giò, ha scelto di impostare corsa esageratamente tattica (addirittura sul piede dell’1.17 il chilometro successivo ai primi veloci 300 metri) cercando di ridurre la corsa ad una breve volata e sperando soprattutto di far rimanere chiuso nella sua scia l’unico avversario realmente pericoloso per il suo Zacon Giò. Zabul Fi, rimasto all’esterno nella fase di avvio, è stato ben felice di adeguarsi alla scelta tattica di Zacon Giò che solamente a 650 metri dal traguardo ha dovuto obbligatoriamente cominciare ad accelerare per dare un senso alla corsa. Zabul Fi è riuscito a rimanere in quota fino a 180 metri dal traguardo quando è fatalmente calato cominciando a liberare lo spazio vitale per Vivid Wise As che neppure Sharon Gar (compagna di allenamento di Zacon Giò lanciatasi in terza ruota ai 300 finali dopo aver agito in scia a Zabul Fi) ha potuto impedire con il suo fattivo sforzo all’esterno.

La “luce” per spostare dalla scia del leader Vivid Wise As l’ha compiutamente trovata a 140 metri dal traguardo e subito si è avuta la sensazione che l’attaccante fosse molto, molto più fresco del più accreditato avversario: infatti il portacolori della Scuderia Bivans è balzato a lato di Zacon Giò, lo ha rimontato sullo scatto secco e sul traguardo lo ha superato di slancio per mezza lunghezza. Vittoria clamorosa, strameritata per l’allievo di Alessandro Gocciadoro che ha volato i 600 metri finali in 41.5 (da 1.10.9 al chilometro) e si è imposto a media poco rilevante di 1.13.9, ovviamente figlia dell’andamento estremamente tattico imposto da Zacon Giò. Ottima terza, confermando quanto di buono fatto a Padova (quando è stata la prima femmina indigena a trottare al di sotto dell’ 1.10) l’anziana Sharon Gar che ha lasciato i compensi marginali ad Arazi Bolo e Victor Ferm.