Roma
Capocotta, la replica dei concessionari: "E' il Comune che ci deve dei soldi"
"Abbiamo costruito l'Oasi con i nostri soldi e ora vogliono buttarla giù ma le nostre carte sono in regola ed è il Comune che ci deve dei soldi". E' Veronica Ciotoli a ricostruire per Affaritaliani.it la cronistoria della spiaggia naturista di Capocotta finita nelle carte di Mafia Capitale.
"Era il 1999 quando con i nostri soldi abbiamo costruito le strutture di quello che in gergo è chiamato il lotto D di Capocotta, per tutti il Molo di Enea. Poi dopo la decisione del Sindaco Francesco Rutelli di creare una spiaggia riservata ai naturisti spacchettando il lotto abbiamo iniziato nel 2000 la costruzione delle strutture dell'Oasi Naturista. Duecento mila euro che ogni anno storniamo dal nostro canone di locazione. Gabrielli parla di lavori straordinari, certo, se avessimo aspettato il Comune l'erosione ci avrebbe cancellato. Ora ci vogliono 'sfrattare' ma alla fine è il Comune che ci deve almeno 11mila euro".