Roma

Capping Malagrotta, Cerroni contro il commissario: “Ha raddoppiato i costi”

La zampata dell'ex “re dei rifiuti di Roma” contro il commissario Palumbo, nominato dal Tribunale: “Ha raddoppiato i costi della chiusura della megadiscarica”

Chiusura definitiva della discarica di Malagrotta, l'ex patron della discarica Manlio Cerroni contro il commissario nominato dal Tribunale: Luigi Palumbo. Secondo Cerroni, Palumbo avrebbe raddoppiato i costi dell'opera di capping, il cosiddetto tappo definitivo sull'ex discarica più grande d'Europa, portandoli da 120 milioni di più di 250. 

L'accusa di Cerroni arriva nella settimana successiva alla visita dell'Unione Europea nell'invaso di Malagrotta. Cerroni prende carta e penna e scrive al sindaco, Roberto Gualtieri, al presidente della Regione Francesco Rocca, al settore al sottosegretario all'Ambiente Claudio Barbaro e al generale Vadalà, commissario unico per la bonifica delle discariche, ma soprattutto al commissario europeo all'Ambiente Sinkevičius che ha avallato il progetto tombale.

Nella sua lettera, Cerroni allega tutti i documenti che provano l'incredibile aumento dei costi dell'opera. Dai 120 milioni del progetto Colari, autorizzato e modificato dalla Regione Lazio, la gestione del consorzio disposta dal Tribunale di Roma con l'interdittiva ha prodotto un più del doppio di costi. Scrive Cerroni: “è doveroso e opportuno fare delle precisazioni sulla sulla ricostruzione dei fatti proposta durante la visita dell'Ue”.

Il racconto di Cerroni: il primo progetto di capping

Il primo progetto di capping viene presentato nel 2008. L'idea è quella di ricorprire l'impianto, mettendo a dimora alberi e piante e trasformando l'area in un parco cittadino, su modello del Central Park di New York. Il progetto è predisposto dalla società Montana Spa ed è presentato alla Regione Lazio che lo approva. E così la E. Giovi comincia a mettere in atto le opere preliminari. Nel 2011 Roma rischia l'emergenza rifiuti e l'allora prefetto Pecoraro emette un'ordinanza con cui fa portare una grande quantità di rifiuti a Malagrotta e vengono messi in atto degli interventi: la discarica viene allargata di 1,208 milioni di metri cubi. L'emergenza viene scongiurata, ma a causa degli interventi il progetto del 2008 è ormai desueto e ne serve uno nuovo. Il 30 settembre 2013 il sindaco Marino dismette ufficialmente la discarica di Malagrotta. Il nuovo progetto viene presentato ufficialmente il 30 dicembre 2015: il costo previsto è di 120.748.672,6 euro. Il 15 novembre 2017 c'è l'esito favorevole della conferenza dei servizi e infine il 3 dicembre 2018 la Regione Lazio ha definitivamente approvato il progetto.

L'arrivo di Palumbo

Il 27 luglio 2018 avviene la E. Giovi, la società che gestisce l'impianto di Malagrotta viene commissariata a causa dell'interdittiva e Cerrone viene estromesso. Subentra il commercialista napoletano Luigi Palumbo, nominato amministratore giudiziario dal Tribunale di Roma.

Palumbo dovrebbe proseguire nell'attuazione del progetto approvato. Ma, scrive Cerroni, “da quella data in poi si è appreso che l'amministratore giudiziario, anziché continuare nelle azioni e nei lavori intrapresi per trovare il modo di completare l'esecuzione del progetto della Montana Spa, valido, qualificato, completo ed efficiente, decide di conferire con affidamento diretto e senza alcuna gara l'incarico di redigere un nuovo progetto definitivo di copertura finale della discarica alla Technitel Spa, una società di Verona della quale risultano socie due fiduciarie. La Technitel Spa - scrive ancora Cerroni - sempre da quanto si è appreso ha presentato un progetto per un importo complessivo di 256.925.510 euro. Cioè più del doppio del costo quantificato dalla Montana Spa”.

Leggi la lettera di Cerroni

Conferenza dei servizi favorevole al progetto

Approvazione del progetto