Roma
Capretta uccisa a calci ad Anagni: indagati due minorenni. Rischiano 4 anni
I Carabinieri trasmettono l'informativa al Tribunale dei minori di Roma. Ascoltati tutti i testimoni. Le reazioni di Oipa e Codacons
Sono di Fiuggi i due diciottenni che hanno ucciso e ripreso la morte di una capretta presa a calci sabato scorso in un agriturismo di Anagni. Un'informativa dei Carabinieri inviata alla procura del tribunale dei minori di Roma ha consentito l'iscrizione nel registro degli indagati per il reato di 'uccisione di animali".
Il pm di turno, dopo la visione del filmati, ha disposto l'avvio dei riscontri investigativi. I carabinieri, dopo aver individuato il presunto autore dell'inspiegabile episodio di violenza e dell'amico che invece ha ripreso l'intera scena con il suo smartphone, hanno iniziato ad ascoltare tutti coloro che erano presenti alla festa di compleanno di una diciottenne di Fiuggi.
Il piemme ha visionato le immagini
Le immagini, forti e scioccanti, pubblicate sui social mostrano il minorenne mentre con numerosi calci alla testa uccide la capretta che, attirata dal vociare e abituata alla presenza degli umani, si era avvicinata al gruppo di adolescenti. Gli stessi che invece di porre fine a quello scempio, incitavano l'amico a non fermarsi. Il reato di "uccisione di animali" è disciplinato dall'articolo 544 bis del codice penale che prevede una reclusione da quattro anni a due anni per chi causa, "per crudeltà e senza necessità" la morte di un animale.
La Protezione Animali Oipa: “Ci costituiremo parte civile”
L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) nelle prossime ore presenterà una denuncia per maltrattamento e uccisione di animali nei confronti degli autori dell’atroce fine di una capretta, che è stata seviziata e uccisa durante una festa di compleanno in un agriturismo ad Anagni. L’associazione si costituirà inoltre parte civile nel processo. «Procediamo chiedendo la massima pena per il reato di maltrattamento e uccisione di animale aggravato da futili motivi», spiega l’avvocato Claudia Taccani, responsabile dell’Ufficio legale Oipa. «Questo genere di delitti sono l’espressione di pericolosità sociale e auspichiamo una volta di più che il legislatore metta finalmente mano a una riforma del Codice penale che inasprisca le pene per questi reati».
L’Oipa fa notare come in ogni campagna elettorale vi è chi promette un giro di vite che punisca chi abusa degli animali con pene severe in grado di costituire anche un deterrente per il ripetersi di queste atrocità. Purtroppo, a oggi, sono e restano mere promesse elettorali.
Il Codacons presenta un esposto alla Procura di Frosinone
Assofido-Codacons ha presentato oggi un esposto alla Procura della Repubblica di Frosinone in merito al caso della capra uccisa ad Anagni da alcuni ragazzi nel corso di una festa.
Sembrerebbe che nel corso di una festa presso un agriturismo di Anagni alcuni ragazzi avrebbero preso ripetutamente a calci in testa una capretta che si trovava all'interno dell'agriturismo fino ad ucciderla – spiega l’associazione - Nel filmato diffuso sui social si vedrebbe anche un giovane mentre trasporta l'animale su una carriola per poi lanciarlo dalla finestra. Al brutale gesto si affiancano atteggiamenti ancor più riprovevoli di coloro che filmavano l’accaduto senza intervenire o fermare il barbaro e codardo gesto.
“La scrivente Associazione ritiene che non ci siano scuse dinanzi alla becera azione compiuta dai giovani in quanto trattasi di una pratica abietta e vile che nessuna motivazione reale può giustificare – si legge nell’esposto - Nella vicenda in esame parrebbero potersi ravvisare profili di rilevanza penale, tali da richiedere il sollecito intervento dell’Autorità adita. Nella specie, le condotte suesposte, per come rappresentate, parrebbero potersi sussumere nella fattispecie delittuosa prevista e punita dall’articolo 544 ter del Codice Penale, nelle caratteristiche declinate dalla giurisprudenza di legittimità in punto di maltrattamento di animali, secondo cui «Chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona una lesione ad un animale ovvero lo sottopone a sevizie o a comportamenti o a fatiche o a lavori insopportabili per le sue caratteristiche etologiche è punito con la reclusione da tre a diciotto mesi o con la multa da 5.000 a 30.000 euro”.
Per tali motivi Assofido-Codacons ha chiesto oggi alla Procura di Frosinone “di voler utilizzare ogni strumento investigativo consentito dalla legge e dal rito allo scopo di predisporre tutti i controlli necessari per accertare quanto esposto ed in caso positivo di verificare il configurarsi di eventuali illeciti e responsabilità, oltre che, in caso affermativo, di esperire l’azione penale”.