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Roma
Carabiniere ucciso: “Il male di Roma la droga”. Parla il dottor Massimo Barra

Carabiniere ucciso a Roma, Massimo Barra, il medico fondatore di Villa Maraini, accusa: “La droga è protagonista di tutto quello che di turpe accade a Roma e in Italia. L’unica cosa che sembra appassionare le forze politiche è la discussione manichea su proibizionisti e antiproibizionisti".

Prosegue il dottor Sbarra: "Discutono su cui deve guadagnare dalla vendita delle sostanze, ma al cervello la droga fa male in ogni caso. Bisogna curare la gente, curare chi si è avvicinato alla droga, perché un tossicomane curato è meno pericoloso di uno che non è curato. Sembra che tutti quanti, governati da burocrati un po’ meschini, facciamo a gara a porre ostacoli affinché i tossicodipendenti possano curarsi”

Massimo Barra, medico, fondatore di Villa Maraini, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “L’Italia s’è desta”, condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.

Il ruolo della droga nella vicenda del carabiniere ucciso a Roma. “La droga è protagonista di tutto quello che di turpe accade a Roma e in Italia, la politica non se ne rende conto e noi sembriamo quelli che ululano alla luna. Nuove generazione si affacciano al mondo della droga, che poi sia legale e o illegale al cervello non cambia niente. L’unica cosa che sembra appassionare le forze politiche è la discussione manichea su proibizionisti e antiproibizionisti. Discutono su cui deve guadagnare dalla vendita delle sostanze, ma al cervello la droga fa male in ogni caso. Bisogna curare la gente, curare chi si è avvicinato alla droga, perché un tossicomane curato è meno pericoloso di uno che non è curato. Sembra che tutti quanti, governati da burocrati un po’ meschini, facciamo a gara a porre ostacoli affinchè i tossicodipendenti possano curarsi. Ci sono generazioni di operatori che si sono riempiti la bocca con il territorio, ma che gli fa il territorio ad un tossicomane? Noi per poter curare le persone ci dobbiamo difendere dalla nostra Asl e ogni tanto ci aggrediscono. Ci hanno fatto una devastante ispezione sulle persone a cui abbiamo dato il metadone negli ultimi 5 anni per cercare appigli per non pagarci la prescrizione. L’appiglio è stato che noi avevamo dato del metadone a un cittadino straniero che non aveva il permesso di soggiorno. Noi dovremmo cacciarli via, ma uno straniero che sta in astinenza e sta per strada che fa? Il circolante è talmente elevato che la repressione può portare via il 10, massimo 20%. Per me la vera prevenzione non è dire ai ragazzi: la droga fa male, perché l’atto del drogarsi è irrazionale”.

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