Roma

Carminati, Buzzi, Coratti, Tassone e Tredicine. Rischiano l'associazione mafiosa 18 imputati

di Donatella Palmieri

Corruzione, estorsione, usura, riciclaggio, turbativa d'asta, soprattutto associazione a delinquere di stampo mafioso: sono i capi d'imputazione contestati ai 46 imputati nei confronti dei quali giovedì 5 novembre inizierà il maxi processo Mafia Capitale, con giudizio immediato, il procedimento che consente di saltare la fase dell'udienza preliminare accelerando i tempi per il dibattimento.
Appuntamento alle ore 9 in aula Occorsio a piazzale Clodio, davanti alla decima sezione penale del Tribunale collegiale di Roma, presieduta dal giudice Rosanna Ianniello. Dalla seconda udienza poi il procedimento sarà trasferito nell'aula bunker del carcere di Rebibbia.
Gli imputati accusati del reato più grave, l'associazione per delinquere di stampo mafioso, previsto e punito dall'articolo 416 bis del codice penale, sono diciotto.
Ai vertici della “cupola” ipotizzata nell'impianto accusatorio, c'è Massimo Carminati, detenuto nel carcere di Parma in regime di 41 bis: secondo i pm avrebbe “coordinato e diretto tutte le attività dell'associazione, impartito direttive agli altri partecipi, mantenuto rapporti con gli esponenti delle altre organizzazioni criminali operanti su Roma e con esponenti del mondo politico”.
Il braccio destro di Carminati è Riccardo Brugia attualmente detenuto nel carcere di Terni, mentre il ruolo di testa di ponte dell'organizzazione nel settore politico e istituzionale è stato attribuito a Fabrizio Franco Testa. Tutti e tre difesi dagli avvocati Giosuè Bruno Naso e Ippolita Naso.
Recentemente trasferito dal carcere di Nuoro a quello di Tolmezzo, l'altro personaggio chiave dell'intera inchiesta è Salvatore Buzzi “organizzatore, presidente della Cooperativa 29 giugno, gestisce le attività economiche dell'associazione nei settori della raccolta e smaltimento dei rifiuti, dell'accoglienza dei profughi e rifugiati, della manutenzione del verde pubblico, gestisce inoltre la contabilità occulta del sodalizio e i pagamenti ai pubblici ufficiali corrotti” si legge nell'ordinanza.
Figure di spicco legate al “re” delle coop sono Alessandra Garrone, la sua compagna oltre che sua stretta collaboratrice, finita agli arresti domiciliari; Paolo Di Ninno, commercialista di fiducia di Buzzi, avrebbe gestito la contabilità occulta; Emanuela Bugitti, sua collaboratrice. I quattro imputati sono difesi dall'avvocato Alessandro Diddi. Nell'entourage di Buzzi anche la sua segretaria personale Nadia Cerrito e Carlo Maria Guaranay, stretto collaboratore per le attività corruttive e per l'alterazione delle gare pubbliche, detenuto presso la casa circondariale di Lanciano.
Alla sbarra anche l'ex amministratore delegato di Ama, Franco Panzironi, detenuto a Rebibbia è difeso dall'avvocato Pasquale Bartolo. L'ex capo di gabinetto del sindaco Veltroni Luca Odevaine l'uomo dell'organizzazione nel mondo dell'immigrazione,  difeso da Luca Petrucci. E l'ex direttore generale di Ama Giovanni Fiscon: il giudizio abbreviato che aveva chiesto è stato rigettato e la sua posizione riversata nel gruppo dell'immediato.
Nel calderone “capitale” è finito anche Carlo Pucci, ex dirigente di Eur Spa: secondo l'accusa sarebbe stato uno dei pubblici ufficiali “a libro paga", fornendo all'associazione uno stabile contributo per l'aggiudicazione di appalti pubblici per lo sblocco di pagamenti in favore delle imprese appartenenti all'organizzazione criminale. Detenuto presso il carcere di Terni affiderà la sua posizione agli avvocati Domenico Oropallo e Gianluca Tognozzi.
A giudizio pure l'ex sindaco di Sant'Oreste Sergio Menichelli e Marco Placidi, il funzionario del comune di Roma Claudio Turella.
Tra gli imprenditori collusi, partecipi dell'associazione figurano: Cristiano Guarnera nel settore edilizio, così come Agostino Gaglianone, Giuseppe Ietto nell'ambito della ristorazione. Legato a Massimo Carminati sarebbe stato anche Roberto Lacopo: era lui a gestire il distributore di benzina in Corso Francia, considerata la base logistica dell'organizzazione.
Poi ci sono i nomi che hanno catturato per giorni i titoli del giornali: personaggi della pubblica amministrazione, del mondo politico di destra e di sinistra. Tutti considerati legati in qualche modo agli interessi dell'associazione criminale.
Tra loro l'ex presidente del Consiglio comunale di Roma, esponente del Pd, Mirko Coratti, il consigliere di Forza Italia Giordano Tredicine, l'ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Luca Gramazio. E ancora: Pierpaolo Pedetti, consigliere dell'Assemblea capitolina, Andrea Tassone, ex Presidente Municipio di Ostia, Guido Magrini, dirigente del Dipartimento Politiche Sociali Regione Lazio, Franco Figurelli, segreteria del Presidente del Consiglio Comunale di Roma, Stefano Bravo, Mario Cola, dipendente del Comune di Roma, Fabio Stefoni, Sindaco del Comune di Castelnuovo, e Presidente della VII Commissione patrimonio e Politiche Abitative del Comune di Roma.
Il giorno del “via” Massimo Carminati, Salvatore Buzzi e Riccardo Brugia non saranno presenti in aula, rimarranno nei rispettivi luoghi di detenzione per motivi di sicurezza partecipando al dibattimento tramite videoconferenza. Gli altri imputati saranno invece trasferiti a Rebibbia per rendere possibile la loro presenza nei giorni delle udienze.