Carrattrezzi al palo e niente ganasce. Senza appalto parcheggi selvaggi impuniti
Dal 4 novembre a Roma le macchine parcheggiate in divieto di sosta, sui passi carrabile, nelle aeree pedonali, non vengono più rimosse, a meno di casi di estrema gravità per cui i vigili, oltre a compilare la contravvenzione, sono costretti a chiamare il deposito giudiziario più vicino e attendere che i pochi carrattrezzi superstiti liberino mezzi pubblici e usci di casa. E' l'effetto della sospensione dell'appalto con il Consorzio Laziale Traffico che riunisce una decina di società che prestavano i loro mezzi al Comune di Roma per operare in città.
"Siamo 60 lavoratori che da allora non abbiamo più lavoro, nè tantomento uno stipendio - racconta ad Affaritaliani.it Michele di Maria che insieme ad altri colleghi per la seconda volta è sceso in piazza, al Campidoglio. "Il segretario generale ci ha ricevuto e ha promesso che verrà aperto un tavolo. Da Novembre a causa di un contenzioso con Equitalia da parte di solo due delle società che fanno parte del consorzio CLT tutti noi abbiamo perso il lavoro perchè l'appalto è stato sospeso".
E il Campidoglio avrebbe tutto l'interesse perchè la situazione si risolva al più presto. I pochi mezzi dei depositi giudiziari non possono sopperire all'assenza di quelli necessari a svolgere un servizio indispensabile per una città che convive con l'incubo traffico. Non da ultimo, chi commette infrazioni rischia di caversala con una semplice multa. Le macchine incivili lasciate al loro posto, senza scontare neppure l'onta delle ganasce fiscali. "E sì - chiosa Di Maria - era il nostro compito anche quello". Dal 4 novembre però tutti sono più liberi di far della città la propria giungla.
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