Roma

Casa delle Donne, Raggi: “Non si chiude”. Boldini e Dacia Maraini in piazza

Manifestazione davanti al Campidoglio contro la chiusura della Casa delle Donne. Boldrini: "Serve un accordo"

Scrittrici e vip scendono in piazza contro la chiusura della Casa delle Donne. Ma Raggi ribadisce: “Non vogliamo sgomberarla”.

 

Prosegue il caso legato alla presunta chiusura del centro culturale che da 30 anni promuove iniziative, attività e visite mediche per le donne della Capitale.

"In questi giorni ho letto molti articoli e ricevuto molti messaggi secondo i quali questa amministrazione vorrebbe chiudere la Casa delle Donne. Ebbene, chiariamo subito che questo è FALSO!”, scrive la sindaca su Facebook.

Secondo Raggi sarebbero state stravolte le intenzioni della giunta M5S che la scorsa settimana ha votato una mozione che chiede di "riallineare e promuovere il progetto Casa Internazionale della Donna alle moderne esigenze dell'amministrazione e della cittadinanza".

Prima firmataria è la consigliera M5S Gemma Guerrini, la stessa che aveva sollevato un polverone enorme commentando il caso del Cinema America e affermando che guardare vecchi film era feticismo.

Raggi però prova a fare chiarezza: “Cosa vogliamo fare? Rilanciare il progetto attualizzandolo rispetto alle mutate condizioni socio-economiche, urbanistiche e demografiche di Roma. Non vi è dubbio alcuno, infatti, che soprattutto nelle periferie vi siano condizioni di povertà molto più estese rispetto agli anni ’80; leggiamo quotidianamente di ragazze e donne bullizzate, maltrattate, violentate, ignorate, uccise. E questo fin dalla più tenera età e spesso anche a scuola. Per non parlare poi delle donne che sono sfruttate sul lavoro o che vengono licenziate appena restano incinte", scrive ancora la sindaca.

Quello a cui puntano i 5 Stelle è un'integrazione del progetto, che coinvolga le rappresentanti della Casa delle Donne, ma non solo. È prevista infatti una messa al bando delle strutture, rivolta alle associazioni di settore.

“Ritengo necessario creare un tavolo di lavoro all’interno del quale accogliere una pluralità di voci, di diversa provenienza ed età, non escluse le rappresentanti della Casa delle Donne, che insieme all’amministrazione disegnino il nuovo progetto della Casa delle Donne che successivamente sarà oggetto di una futura procedura ad evidenza pubblica per consentire ai diversi soggetti e diverse associazioni, di partecipare e lavorare per la crescita delle donne, di tutte le donne, della città di Roma”, precisa Raggi.

Rimane, però, il nodo degli 800 mila euro di debito che la Casa delle Donne ha maturato nei confronti del Campidoglio. “Loro parlano di circa 800 mila euro ma noi diciamo che ci sono anche dei crediti dovuti per la manutenzione dello stabile", spiega la presidente della Casa, Francesca Koch.

Raggi ricorda invece come la Casa abbia beneficiato di un abbattimento del 90% del canone concessorio: “Ricordo che l'associazione ha ottenuto uno sconto ulteriore rispetto a tutte le altre associazioni (altrettanto meritorie, che svolgono ad esempio servizi in favore dei disabili, delle persone con la SLA, dei bimbi autistici, ecc.) che invece hanno un abbattimento dell'80% di detto canone”.

Riguardo alla messa al bando dei servizi interviene l'ex presidente della Camera Laura Boldrini, in piazza del Campidoglio a manifestare: "La Casa delle Donne non è importante in quanto edificio, ma perché quelle donne l'hanno fatta, non altre: quelle donne l'hanno ideata. Mandarle via con qualche stratagemma vuol dire chiuderla anche se rimarrà aperta: questa cosa non si può fare si deve trovare un accordo”, ha dichiarato.

Insieme a lei, tra le tante donne arrivate a manifestare davanti al palazzo senatorio anche le scrittrici Dacia Maraini, Lidia Ravera, le attrici Serena Dandini, Sonia Bergamasco, Veronica Pivetti, e la conduttrice tv Elena Di Cioccio.