Roma
Casal Bruciato, torna famiglia rom: tensione tra agenti e manifestanti
La famiglia rom torna nell'appartamento scortata. Tensione manifestanti agenti, portato via un militante di Casapound
Alta tensione a Casal Bruciato, la famiglia rom, cacciata nella giornata di lunedì, è tornata nell'appartamento assegnato scortata. Scintille tra polizia e manifestanti, che hanno tentato di occupare l'ingresso del portano: "Ma tanto devono uscire - minaccia qualcuno - Non li vogliamo, state costringendo le persone a convivere con persone sgradite".
Hanno provato ad impedire l'ingresso nel portone alcuni inquilini, attravero grida e venendo a contatto con gli agenti che hanno protetto la mamma e un bambino. Portato fuori dalla polizia, rischia la denuncia per resistenza passiva Fabrizio Montanini, portavoce di Casapound al Municipio IV. Una protesta che va avanti da oltre 24 ore e che non accenna a fermarsi. Nel pomeriggio di martedì i manifestanti di Casapound si sono infatti "scontrati" con movimentisi sinistra Asia, schierati in solidarietà dei rom.
Il quartiere non vi vuole", hanno gridato i militanti di Casapound nel cortile insieme ai residenti. E ancora, l'intonazione in coro dell'inno di Italia. "Stupratori" e "Fascisti di merda" la risposta dell'altra parte del cancello.
Nel pomeriggio la decisione perentoria del Campidoglio, che ha deciso di ignorare le richieste dei residenti ed andare diritta: "'Noi come amministrazione non abbiamo intenzione di piegarci. Ho sentito Raggi, la minisindaca del Municipio IV Roberta Della Casa. Siamo assolutamente compatti perché stiamo applicando la legge'', ha annunciato l'assessora alle Politiche abitative, Rosalba Castiglione, al termine dell'incontro con la famiglia rom destinataria della casa popolare.
Animi accesi anche in aula Giulio Cesare, dove è stata bocciata, con 4 voti a favore e 28 contrari, la proposta n. 124/2018 a firma dei c di Fdi recante l’introduzione del principio di “residenzialità per l’accesso ai servizi e per la formazione delle graduatorie ai servizi pubblici e alle case popolari. La discussione del provvedimento è stata l’occasione di un vivace confronto tra M5S e Fdi capitolini, tema dello scontro le assegnazioni di case a famiglie rom in uscita dai campi nomadi sgomberati. “Abbiamo fatto un sopralluogo nei giorni scorsi nel campo rom di via Salviati – ha denunciato il consigliere di Fdi Francesco Figliomeni -. Abbiamo trovato una marea di persone che stanno a oziare, una marea di bambini che non vanno a scuola. Significa che volete tutelare chi non fa nulla non perché è povero, ma perché non vuole fare nulla, e permettergli di scavalcare gente che sta una in attesa di una casa da anni e si vede continuamente scavalcata”.
“Le persone di buon senso – ha obiettato la presidente M5S della commissione Affari sociali del Campidoglio Maria Agnese Catini – non devono far distinzione sulla durata della permanenza a Roma, ma dal grado di necessità delle persone. Bisognerebbe essere contenti, non fomentare la pancia della gente, quando si sta lavorando bene rendendo operativo un bando redatto quando era sindaco Alemanno. Noi nel settore sociale abbiamo il dovere di pensare a chi sta peggio, quanto voi chiedete non è umanamente accettabile”, ha aggiunto Catini, sottolineando, annunciando il voto contrario della maggioranza M5S capitolina alla proposta di Fdi: “Non possiamo chiuderli in un sacchetto e buttarli a Rocca Cencia, se sono disponibili a uscire dai campi e rendersi autonomi. Constatiamo che ci sono forze politiche che, a ridosso delle europee, stanno usando beceramente questa cosa”.