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Roma
Casamonica, l'impero della mafia rom regna ancora su Roma: il dossier choc
Gli arredi delle ville dei Casamonica

"Un’organizzazione criminale ramificata, pervasiva, territoriale e nel contempo evolutiva, sempre spregiudicata e in grado di unire alla brutalità dei suoi metodi e al considerevole numero di familiari affiliati, anche relazioni politiche, professionali e imprenditoriali, fino a superare la dimensione di una 'mafia dei margini'".

Così il rapporto Italia Eurispes 2024 definisce la mafia Rom.

Sistema in espansione

Un sistema "in forte espansione tra usura, estorsioni, traffico di stupefacenti e truffe", che ha il suo principale centro di azione a Roma con il clan dei Casamonica ma le cui ramificazioni "hanno raggiunto praticamente l’intero territorio italiano, con espansioni accertate anche in altri paesi europei". 

Usura e droga

"Non più attività criminali semplicemente brutali o proprie di organizzazioni di usurai ma un’organizzazione risoluta, con un progetto criminale stabilito, espresso peraltro anche mediante un’iconografia simbolica del potere economico conquistato con violenza e imprese criminali", sottolinea l'Eurispes, ricordando che nel corso degli ultimi anni non sono mancati indagini e processi che hanno arrestato molti esponenti della mafia rom in Italia e sequestrato e confiscato numerosi beni.. Un caso emblematico è quello di Roma, una città che "nasconde uno spaccato inquietante, anche considerando la pervasività della mafia rom, la sua dimensione quantitativa e la sua capacità di gestire in modo abbastanza agevole le forme di sequestro patrimoniale" e dove "il clan dei Casamonica è stato ridimensionato ma non sconfitto definitivamente" 

Pericolo per il territorio

Si tratta, osserva il Rapporto Eurispes, "di un pericolo evidente per la tenuta democratica di alcuni territori che non può essere oggetto di interventi solo repressivi da parte delle forze dell’ordine e di alcune procure. sono anche necessarie politiche comunali e regionali più avanzate con riferimento al contrasto, ad esempio, alla dispersione scolastica, al superamento delle varie forme di ghetto o di quartieri marginali a destinazione rom, di interventi a tutela dei diritti umani e della salute dei vari membri della comunità, perché essi percepiscano l’esistenza di uno stato che non emargina ma include, che non offre come unica alternativa il carcere o la cittadinanza del margine ma percorsi sociali, lavorativi, residenziali secondo princìpi di giustizia e uguaglianza".







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