Roma
Casamonica, Spada e Di Silvio, rom come la gramigna. Altri 23 arresti; 7 donne
Tra Roma e provincia e in altre regioni d'Italia blitz dei carabinieri contro le famiglie rom. In manette anche 7 donne
Nuovo blitz contro i clan dei rom Casamonica, Spada e Di Silvio in mezza Italia: 23 gli arresti. È la coda della maxinchiesta denominata Gramigna, della scorsa estate.
Dalle primi luce dell’alba, circa 150 Carabinieri del Comando Provinciale di Roma, con l’ausilio di unità cinofile, un elicottero dell’Arma e del personale dell’8° Reggimento “Lazio”, sono impegnati fra Roma e Provincia, nonché in varie regioni d’Italia, per eseguire 23 misure cautelari, emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di altrettanti soggetti appartenenti alle famiglie Casamonica, Spada e Di Silvio, fra cui 7 donne, ritenuti responsabili, in concorso fra loro e con ruoli diversi, di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni, spaccio di stupefacenti ed altro, reati per buona parte commessi con l’aggravante del metodo mafioso.
Le indagini costituiscono la prosecuzione dell’operazione “Gramigna” che, la scorsa estate, ha già interessato 37 appartenenti al clan Casamonica. Questa seconda fase delle indagini ha permesso si ricostruire nuovi casi di usura, estorsione, intestazione fittizia di beni e spaccio da parte di due promotori del clan, Luciano e Giuseppe Casamonica, quest'ultimo detto "Bìtalo". Nonché Salvatore Casamonica, recentemente arrestato nuovamente per traffico internazionale di stupefacenti
L'attività ha permesso inoltre la conferma del metodo dei Casamonica, con ogni membro del clan che non si fa scrupoli ad usare ormai la forza intimidatrice del proprio nome per prevaricare e minacciare. Molte persone offese, infatti, una volta ricevuto un prestito dai Casamonica, non riescono praticamente più a sottrarsi alle richieste di denaro da parte degli indagati, che continuano anche a distanza di anni e che, ad un certo punto, assumono aspetti estorsivi in quanto privi di ogni giustificazione e basati solo sulla forza di intimidazione del gruppo.
Fra le vittime degli episodi di estorsione ed usura anche alcuni commercianti del posto, in un caso specifico un importante imprenditore della Romanina, già vittima, anni addietro, di alcuni esponenti della famiglia Casamonica. Nell’ambito del procedimento penale è stato deferito anche un notaio romano che ha stipulato un atto di compravendita con cui Salvatore Casamonica, detto Dò, era riuscito ad acquisire la proprietà di una villa nel comune di Anzio, formalmente intestata ad un prestanome, anch’egli arrestato nella giornata di lunedì. Contestualmente alle misure cautelari sono stati sequestrati diversi beni, tra cui la citata abitazione ad Anzio (Rm), una lavanderia in zona Centocelle, oltre a vari conti correnti, libretti di risparmio e autovetture nella disponibilità degli indagati. Nel corso delle perquisizioni, inoltre, sono stati rinvenuti e sequestrati contanti, gioielli e 14 orologi di lusso per un valore stimato di oltre 150.000 euro.
"Io da sempre gravito in ambienti di Ndrangheta e ribadisco che già da quando ero in Calabria sapevo che i Casamonica comandavano a Roma così come i Lamari a Laureana o i Bellocco a Rosarno”, racconta un pentito di n’drangheta nell'ordinanza di arresti contro il clan della periferia est della Capitale. "Mi risulta che abbiano rapporti anche con importanti famiglie di Ndrangheta tra cui i Piromalli di Gioia Tauro - ha aggiunto il collaboratore di giustizia - Io ho sempre frequentato ambienti di Ndrangheta e fin da piccolo, quando ero in Calabria, ho sentito dire che i Casamonica erano legati ai Piromalli e che a Roma erano temuti e rispettati". "Per quello che mi risulta - ha concluso Furuli - i rapporti tra i Casamonica ed i Piromalli riguardavano gli stupefacenti".