Roma

Casapound: "istigazione all'odio razziale". Procura sequestra palazzo occupato

Dopo l'annuncio della Castelli, arriva la notifica del decreto della Procura di Roma. 16 indagati per istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva

Casapound, sgombero Roma: la procura della Repubblica dopo le indagini della Digos ha notificato il sequestro dell'immobile occupato in via Napoleone III. Il pm indaga per istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva.

Via Casapound dall'Esquilino: dopo l'annuncio di ieri sera del viceministro Castelli, questa mattina a conclusione di una indagine  condotta dalla Digos della Questura di Roma, la Procura della Repubblica capitolina ha chiesto ed ottenuto dal Gip un sequestro preventivo, con riferimento al reato di occupazione abusiva, dell’immobile sito in via Napoleone III, sede del movimento.

In queste ore sono in corso le notifiche del provvedimento, atto propedeutico ad un abbandono volontario da parte degli esponenti che lo occupano da più di 15 anni, prima che dal sequestro preventivo si passi al decreto di sgombero con l'uso della forza pubblica.

L'atto della Procura, segue le lettere inviate dal sindaco Raggi al al ministro della Difesa Lorenzo Guerini e a quello dell'Economia Roberto Gualtieri chiedendo lo sgombero di due occupazioni abusive di Casapound Italia.

Il pm indaga per istigazione all'odio razziale: 16 persone indagate

In totale sono 16 le persone iscritte sul registro degli indagati dai pm di Roma nell'inchiesta in cui si ipotizzano i reati di istigazione all'odio razziale e occupazione abusiva di immobile nei confronti del movimento di estrema destra CasaPound. Tra gli indagati tutti i vertici del movimento, tra cui Gianluca Iannone, Andrea Antonini e Simone Di Stefano.

Casapound protesta fuori dal palazzo all'Esquilino

"Non si capisce per quale motivo si debba partire da questo palazzo e non dagli altri 100 in lista che non sono stati ancora sgomberati. Forse perché la Raggi è in campagna elettorale? Siamo qui da 16 anni ed abbiamo intenzione di restare ancora, poi vediamo che succede il giorno dello sgombero, questo è un palazzo pubblico, se si vuole trovare una soluzione si può assegnare alle famiglie che lo occupano. Al momento non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione di sequestro o sgombero, quando sarà faremo ricorso. Questa operazione è un attacco politico che vuole portare CasaPound in cima all'elenco dei 23 immobili che hanno priorità di sgombero a a Roma. È un attacco politico strumentale che viene dalla magistratura di sinistra". Lo ha detto il leader di CasaPound Simone Di Stefano, parlando fuori dallo stabile occupato di via Napoleone III.

E sulle minacce ricevute oggi dalla sindaca Virginia Raggi, il leader del movimento dice: "Sui social è pieno di matti conclamati, non ci dissociamo perché non ci siamo mai associati. Speriamo non le venga torto mai un capello, è la sindaca di Roma. Se qualcuno va sotto la pagina social della Raggi a minacciarla è un matto conclamato. Potrebbe essere chiunque, non c'è alcuna intenzione di minacciare il sindaco. Lei ha deciso di iniziare la sua campagna elettorale per distrarre dal disastro che ha fatto a Roma".