Roma
Case popolari a rom e immigrati irregolari: nel Lazio il patto di ferro Pd-M5S
Sulla corsia preferenziale per chi non ha titoli insorge la Lega con la consigliera Laura Corrotti: "Ennesima ingiustizia"
Case popolari a rom, immigrati irregolari e persone senza il titolo per l'assegnazione. Dopo due tentativi del Pd di emendare la legge di stabilità, nel giorno della discussione in Consiglio regionale, spunta l'emendamento a firma del grillino Marco Cacciatore che trasforma l'M5S nella stampella più audace della giunta Zingaretti.
L'emendamento è all'articolo 15 bis e ha come titolo” semplificazione sulle procedure amministrative per e occupazioni di alloggi di edilizia residenziale pubblica destinata all'assistenza abitativa”. Nel testo si legge chiaramente che la Regione “predispone un bando pubblico a cui sono invitati a partecipare tutti gli occupanti senza titolo e poi delega i Comuni all'assegnazione”.
Dunque, chi non ha il titolo per accedere alle graduatorie regolari per l'assegnazione delle case popolari, avrà se approvato l'emendamento, una corsia preferenziale che non ha precedenti giuridici e una disponibilità di case che giocoforza dovrà essere sottratta a quelle in assegnazione.
A denunciare il tentativo di rivoluzionare il sistema di assegnazione dell'edilizia popolari è la consigliera della Lega, Laura Corrotti: “Dopo il tentativo da parte della maggioranza di cedere agli occupanti abusivi, senza nessun requisito, un dieci percento degli alloggi di edilizia residenziale pubblica e respinto poi con forza in commissione bilancio grazie anche al supporto di tutto il centrodestra regionale, ecco che nel collegato che andrà in discussione in Aula spunta un emendamento a firma del consigliere pentastellato Marco Cacciatore in cui chiede di predisporre un bando pubblico per tutti gli occupanti senza titolo che, se venisse approvato dalla maggioranza, si certificherebbe ancora una volta l’alleanza giallorossa anche in Consiglio regionale”.
Secondo la Corrotti, “ci troviamo nuovamente davanti all’ennesima ingiustizia nei confronti di chi attende, in fila, un alloggio popolare da anni. Sicuramente tra di essi ci saranno anche dei casi sociali particolari, urgenti e fragili, ma c’è anche la necessità di rispettare le leggi e mettere dei paletti per garantire una casa a tutti coloro che sono regolarmente in lista d’attesa.A Roma, ad esempio, si parla di circa 12.500 famiglie che con l’attuale ritmo di assegnazione, l’ultima entrerà in un alloggio popolare tra 25 anni, nel 2045”.