Case popolari al freddo, l'Ater fa dietrofront. “Ma seghiamo i tubi ai morosi”
L'azienda avverte: “Segheremo i tubi degli impianti agli inquilini morosi”
Riscaldamenti accesi dal 16 novembre invece che dal 1 dicembre. L'Ater rimette mano alla decisione di lasciare tutti al freddo fino al 1 dicembre. Ma avverte: "Distacco dell'impianto a chi non paga".
L’Ater del Comune di Roma, che gestisce un patrimonio di quasi 48.000 appartamenti sparsi a macchia di leopardo nella capitale, aveva annunciato una drastica riduzione delle ore di funzionamento delle caldaie centralizzate sin dall’estate scorsa a causa della crisi economica in cui versa l’azienda. Meno ore di accensione e partenza dal primo dicembre.
Case popolari al freddo quindi per centinaia di migliaia di romani. Invece ci ripensa e con un comunicato in extremis (il giorno fatidico in cui avrebbero dovuto essere accesi i termosifoni è quella del 16 novembre, periodo in cui a Roma è previsto anche l’arrivo di una sensibile abbassamento delle temperature) comunica nuovi orari di accensione. Lo scriva Anna Maria Addante che da anni difende i diritti degli inquilini e proprietari delle case gestite dall’Ater del Comune di Roma sul suo sito, da una gestione caotica e bizantina.
In seguito alle proteste dei residenti e a quelle dei vertici regionali, le ore concesse tornano a essere quello dell’orario del passato: 6 ore giornaliere dal 16 novembre fino al 30 novembre 2017, 8 ore dal 1 dicembre 2017 al 15 marzo 2018 e 6 ore dal 16 al 30 marzo 2018.
L’Ente però ci tiene a sottolineare che verrà avviata una campagna informativa sulla possibilità di distacco dagli impianti centralizzati per i morosi. Segherebbero i tubi a chi non paga l’affitto visto che la quota del riscaldamento arriva insieme al canone di locazione. Operazione di difficile attuazione secondo gli esperti visto che una simile iniziativa comporterebbe l’interruzione del servizio anche a chi paga regolarmente.
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