Roma

Caso Cucchi, il carabiniere pentito rivela: “Botte e calci quando era a terra”

Francesco Tedesco punta il dito contro i colleghi e descrive così il pestaggio

"Spintoni, poi botte alla testa e calci in faccia da terra". Francesco Tedesco rompe il silenzio e descrive così il terribile pestaggio che portò alla morte di Stefano Cucchi.

 

Il militare pentito descrive con precisioni le fasi della violenza nel verbale del 9 luglio 2018, nel quale punta il dito contro i colleghi D'Alessandro e Di Bernardo. "Fu un'azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di D'Alessandro poi ci fu la violenta spinta di Di Bernardo che gli fede perdere l'equilibrio provocandone una violenta caduta sul bacino. Anche la successiva botta alla testa fu violenta, ricordo di avere sentito il rumore - racconta Tedesco - Spinsi Di Bernardo, ma D'Alessandro colpì con un calcio in faccia Cucchi mentre questi era sdraiato a terra".

"Fu un'azione combinata, Cucchi prima iniziò a perdere l'equilibrio per il calcio di D'Alessandro poi ci fu la "Gli dissi 'basta, che c...fate, non vi permettete". Queste le parole che Francesco Tedesco disse ai suoi colleghi carabinieri Di Bernardo e D'Alessandro (anche loro imputati come lui di omicidio preterintenzionale, ndr) mentre uno "colpiva Cucchi con uno schiaffo violento in volto" e l'altro "gli dava un forte calcio con la punta del piede", si legge ancora nel verbale.