Roma
Caso nomine, il teste rivela: “Marra propose il fratello, Raggi furiosa”
Antonio De Santis, delegato al Personale, racconta: "Fu Raffaele a fare il nome di Renato"
Caso nomine, Virginia Raggi a processo per falso nell'affair dei fratelli Marra. In aula parla Antonio De Santis, delegato al Personale del sindaco, che rivela: "Fu Raffaele a fare il nome di Renato".
Davanti al giudice Roberto Ranazzi, per la quarta udienza del processo per falso a carico di Raggi, in programma anche le testimonianze dell'ex assessore al Commercio e al Turismo Adriano Meloni e il suo capo staff Leonardo Costanzo. Ma a far discutere sono le prime rivelazioni che filtrano proprio da Antonio De Santis, tra gli attori principali della nomina di Renato Marra, da dirigente della Polizia Municipale, alla Direzione Tursimo: "Fu Raffaele Marra, allora capo del Personale, a fare il nome di suo fratello Renato tra coloro che erano in lizza per una promozione durante la riunione del 26 ottobre del 2016, mentre era ancora in corso la presentazione delle candidature dei dirigenti interessati all'interpello - rivela De Santis - Non affrontammo mai la questione della fascia retributiva e l'assessore al commercio Adriano Meloni, presente alla riunione assieme a me e a Leonardo Costanzo(capo staff dell'ex assessore Meloni, ndr.) si disse favorevole".
Un caso mediatico quello della nomina, e non solo, che mandò su tutte le furie il sindaco Raggi, apparentemente consapevole della nomina ma non del, consequenziale, aumento di stipendio. Era il 14 novembre del 2016, quando De Santis riceve una telefonata dal sindaco: "Lei mi chiese se sapevo che Renato Marraavrebbe avuto un aumento di stipendio - ha continuato De Santis - Io le dissi di no e il giorno dopo informai Raffaele Marra il quale mi rispose che la sindaca sapeva tutto anche perché lui le aveva mostrato il brogliaccio con tutti i nomi dei dirigenti in lizza per le varie nomine. Quel brogliaccio, una griglia con le varie caselle da occupare, lo aveva fatto Raffaele Marra e su nessun nominativo era indicata la nuova fascia di retribuzione ma trattandosi di nomine e promozioni la cosa era di fatto implicita".
Parole che lasciano intendere un ruolo inequivocabile di "regista" della vicenda di Raffaele Marra. "Raffaele mi parlò tante volte di suo fratello - ha detto De Santis - anche prima di quell'interpello che come amministrazione decidemmo di fare sia per ruotare gli organici dirigenziali sia per dare un segno evidente di trasparenza in certe scelte". "Renato - ha aggiunto - era un soggetto molto apprezzato in Campidoglio, era stato anche premiato dall'amministrazione straordinaria del prefetto Tronca, era ritenuta una persona di valore con le sue legittime aspirazioni, spesso frustrate dalla presenza delfratello. Conobbi Renato prima dell'interpello, mi disse che avrebbefatto anche un passo indietro di fronte alla ventilata possibilità di diventare capo o vice capo della Polizia Municipale. Era la sindaca stessa a non volere promozioni per lui nell'ambito della Polizia di Roma Capitale per chiari motivi di opportunità".
Nessun problema invece per Adriano Meloni, ex assessore al Turismo, ben lieto di accogliere il già compagno di lavoro Raffaele: "La nomina di Renato Marra alla Direzione Turismo invece non avrebbe creato criticità - ha continuato il teste - Era fortemente voluto dall'assessore al commercio Adriano Meloni che alla fine fu accontentato solo su quel nome e non su altri due dirigenti che lui voleva". "Meloni e Renato Marra avevano già lavorato assieme quando andarono in moto in occasione di uno dei tanti blitz contro abusivismo commerciale". "Io so per certo che mai si parlò della fascia di stipendio di Renato Marra - ha concluso De Santis - e che dopo quella telefonata fatta a me ebbi la percezione che la sindaca era fortemente risentita con Raffaele. Escludo anche che la sindaca conoscesse gli stipendi dei dirigenti e cosa avrebbe comportato una eventuale promozione".
Il processo entra così nella fase più calda, con il giudice Ranazzi che, nel disporre il calendario della prossime udienze, ha finalmente fssato la data della sentenza: il 9 novembre. Il 27 luglio sono invece previste le testimonianze chieste dalla difesa, fra cui quella del direttore generale del Comune, Franco Giampaoletti. Il processo riprenderà poi in autunno con l'udienza del 5 ottobre, quando verrà sentito come testimone Daniele Frongia, assessore capitolino allo Sport.
Il 19 ottobre sarà poi la volta di Maurizia Quattrone, responsabile ell'anticorruzione per la Squadra Mobile di Roma. Non è stato ancora fissato, a causa dei suoi impegni istituzionali, l'esame della sindaca Raggi che comunque dovrebbe avvenire in una delle udienze del 25 e 26 ottobre. Le richieste del pm e la sentenza, infine, sono state fissate al 9 novembre.