Roma

Caso Orlandi, la Cassazione ci mette una pietra. "Ricorso inammissibile". Resterà un mistero

Respinta dalla Sesta Sezione la tesi della famiglia

La sesta sezione penale della Cassazione ha confermato l'archiviazione dell'inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, la 15enne cittadina vaticana di cui non si hanno più notizie dal 22 giugno 1983. I supremi giudici hanno dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla famiglia Orlandi contro l'ordinanza con cui il gip di Roma, il 19 ottobre scorso, dispose l'archiviazione dell'indagine della Procura. Anche la Procura generale della Cassazione aveva sollecitato con requisitoria scritta l'inammissibilità totale del ricorso.
L'inchiesta della Procura di Roma, aperta per sequestro di persona a scopo di estorsione e omicidio volontario aggravato dalle sevizie e dalla minore età della vittima, chiamava in causa alcuni soggetti legati a Enrico De Pedis, considerato dagli inquirenti uno degli elementi di spicco della Banda della Magliana assassinato il 2 febbraio del 1990: la supertestimone Sabrina Minardi, che ne è stata l'amante per un certo periodo, l'autista Sergio Virtù, i due stretti collaboratori Angelo Cassani, detto 'Ciletto', e Gianfranco Cerboni, detto 'Gigetto' e monsignor Pietro Vergari, fino al 1991 rettore della basilica di Sant'Apollinare, dove si trova la tomba dello stesso De Pedis.
A chiudere l'elenco degli indagati c'è il fotografo Marco Accetti Fassoni, che si è attribuito un ruolo nel sequestro di Emanuela tanto da essere accusato di calunnia e autocalunnia: i pm romani, che lo hanno scagionato dall'accusa di omicidio, lo hanno bollato come soggetto 'non credibile e ansioso di protagonismo'. Pochi giorni fa una perizia psichiatrica, decisa dal gip Riccardo Amoroso in sede di incidente probatorio, ha stabilito che Accetti, pur affetto da disturbi della personalità di tipo narcisistico e istrionico, puo' stare in giudizio perché capace di intendere e di volere.