Roma

Castel Romano, controlli al campo nomadi: 15 case bruciate da incendi notturni

Gli abitanti hanno chiesto l'aiuto della Polizia denunciando un'epidemia di scabbia

Case distrutte dalle fiamme ed emergenza scabbia. La Polizia interviene al campo nomadi di Castel Romano per dei controlli.

 

Rispetto all'ultimo censimento delle forze dell'ordine sono 15 i moduli abitativi andati distrutti nel campo rom di Castel Romano. La polizia locale è intervenuta indossando giubbotti antiproiettile dati gli attacchi avvenuti in operazioni precedenti, ma non ci sono stati incidenti. Anzi gli abitanti del campo nomadi hanno chiesto l'aiuto della Polizia lamentando un'epidemia di scabbia dovuta a loro dire dalla sospensione delle utenze idriche. I rom, cha avevano già allertato le autorità a riguardo, hanno mostrato agli agenti le schiene dei bambini residenti al campo, per far vedere le conseguenze dell'attacco dei parassiti.
Nel corso delle operazioni, i caschi bianchi, Coordinati dal Vice Comandante del Corpo Lorenzo Botta, hanno provveduto a sequestrare un veicolo privo di revisione e copertura assicurativa.
La Polizia sta indagando sulle case distrutte dal fuoco. Già 3 anni fa gli agenti erano dovuti intervenire a causa di misteriosi incendi notturni che avevano danneggiato un intero settore di Castel Romano.

"Ci complimentiamo con il Dottor Botta, per aver disposto l'uso dei dispositivi di protezione individuale per gli agenti impiegati nei campi nomadi - dichiara in una nota Marco Milani, Coordinatore Romano della UGL Polizia Locale - purtroppo equipaggiamenti, formazione e tutele contrattuali e previdenziali, rimangono un vulnus, per un Corpo sempre più in prima linea, in un contesto di sicurezza urbana, profondamente mutato nella nostra società e nelle nostre metropoli. Invitiamo amministrazione e Comando a profondere il massimo sforzo per i dispositivi di protezione individuale e per le corrette formazioni e aggiornamenti operativi, dei 6000 caschi bianchi Romani, in attesa di riconoscerne, anche contrattualmente, il diverso e delicato ruolo, rispetto alla famiglia degli impiegati comunali”.