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Roma
Cena a casa di Gaetano Donizetti: pazza l'idea di aprire un nuovo ristorante

di Oriana Maerini

Soggiornare e pranzare nella casa di Gaetano Donizetti? A Roma si può, grazie all’innovativo ristorante & Bar “Don Pasquale”, in onore una delle più famose opere del XIX secolo, che è il cuore e l’anima del hotel Maalot Roma.

“Un ristorante che ospita un hotel” si potrebbe definire questo luogo affascinante ed innovativo che, con le sue atmosfere “British”, la bellezza delle opere d’arte esposte e un décor a tinte forti, provoca una straniante esperienza emozionale: come stare in una scena teatrale ma con disincanto. Proprio qui, a due passi dalla fontana di Trevi, ha abitato, dal 1828 al 1837, per nove anni, Gaetano Donizzetti, uno dei più grandi compositori dell’Ottocento. Ora, in questo luogo, nel cuore del theater district capitolino, incastonato fra i palazzi del potere e la grande bellezza romana, c’è un angolo di quiete, ispirato ad un giardino d’inverno dove poter gustare “all day dining” un pranzo, una cena o solo un drink scegliendo dal menu disegnato come fosse un programma d'opera, scandito in due atti anticipati da un preludio. Per saperne di più abbiamo intervistato Edoardo Officioso, il General Manager del Maalot Roma.

Come è nata l’idea originale di inglobare l’hotel nel ristorante?

La volontà della proprietà in accordo con il designer l’architetto Roberto Antobenedetto è stata quella di creare un’atmosfera conviviale in cui emergesse innanzitutto il ristorante. L’ospite che soggiorna da noi deve attraversare la lounge del salone ristorante e il bar per arrivare alla reception dove avviene il rituale del check-in. L’idea dell’architetto era di ricreare l’atmosfera di una casa anglosassone. Si è ispirato allo stile british, uno stile eclettico che raggruppa più elementi ammiccando un po’ al club coloniale: l'azzurro pavone di uno dei lunghi sofà che gira in sala a contrasto con quello rosso contro la parete marrone lo chandelier centrale, i tessuti luccicanti, il ventilatore a pale di rattan, le sedie che sembrano fatte di bambù.

Anche le opere d’arte esposte sono anticonvezioniali…..

Abbiamo degli artisti importanti i cui quadri sono esposti nel nostro albergo: l’artista Stanley Gonczanski artista argentino che opera a Miami di cui abbiamo una collezione di sedici opere che compongono la quadreria del salone, citazione ironica celebri personaggi settecenteschi. Il suo stile si chiama “Almost Classic” perché aggiunge ai personaggi d’epoca ripresi dal passato degli elementi contemporanei, quasi per golardia e provocazione. Ci sono fra gli altri: una Maria Antonietta, con una soffice meringa per cappello, che mangia il gelato, Napoleone su un cavallo a dondolo, la dama il cui turbante è una gigantesca aragosta o i fiamminghi tatuati. Questo ambiente è anticonformista, chic informale, lussuoso ma abbordabile come la filosofia dell’hotel che vuole accogliere una clientela giovanile (non solo per età), i nuovi glob-trotter, viaggiatori cosmopoliti che arrivano da tutto il mondo.

Qual è il vostro target?

Operiamo nel mercato del lusso ma più informale, meno ostentato, più accessibile anche ai viaggiatori più giovani. Abbiamo 30 camere e suite su 4 piani Ognuna diversa dall'altra accolgono gli ospiti in un'atmosfera rilassante dove il colore, rosso brillante, azzurro scuro, giallo ocra, e le ricche fantasie dei tessuti, usate anche come carta da parati, regalano agli spazi un'aria domestica raffinata. Particolare è l’idea di inserire in ogni stanza la foto e il quadro di una donna con il cappello.

La caratteristica del ristorante?

Offrire nell’arco dell’intera giornata la possibilità di mangiare grazie ad un menu “all day dining”. Dalle 7 alle 11 breakfast aperto non solo agli ospiti ma a tutti i romani, poi gli ospiti possono, a qualsiasi ora del giorno, fino alle 2230, gustare piatti della nostra carta. Questo ci contraddistingue da tutti gli altri hotel che hanno degli orari di pranzo e cena prestabiliti.

Che tipo di cucina offrite?

Tipicamente di tradizione quindi romana e italiana rivisitata per i palati contemporanei. Ma non è la classica cucina d’hotel, Domenico Boschi, il nostro executive chef, crea dei piatti che abbinano ai sapori tradizionali di Roma (uno dei suoi piatti forte è il baccalà) una creatività contemporanea. Usa ingredienti artigianali e realizza composizioni colorate, delle vere e proprie opere d’arte culinaria. Fra i cibi tipici rivisitati da non mancare c’è il maritozzo con il carciofi.

Siete stati coraggiosi in questo periodo pandemico…..

Assolutamente si! Il progetto era iniziato su carta nel 2016/17 ma, nel mentre eravamo in dirittura d’arrivo è scoppiata la pandemia Covid-19 che ha rallentato ulteriormente i lavori. Quando eravamo pronti abbiamo deciso di aprire comunque il 6 ottobre sperando in un ritorno alla normalità.

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