Roma
Cerroni, udienza ad alta tensione. Sul banco il grande accusatore
di Valentina Renzopaoli
Processo Cerroni di nuovo ai nastri di partenza: il maxi processo sulla gestione dei rifiuti di Roma, iniziato il 5 giugno 2014, riprende venerdì 11 settembre dopo la pausa estiva con un'udienza ad alta tensione. Sul banco dei testimoni uno dei teste chiave del pubblico ministero Alberto Galanti, il titolare della Rida Ambiente di Aprilia Fabio Altissimi, l'uomo che ha accusato il “re” di Malagrotta di essere a capo di una cupola malavitosa capace di monopolizzare il settore dei rifiuti, impedendo ai concorrenti di entrare nel mercato. Dopo l'esame del pm, Altissimi dovrà ora rispondere al fuoco di domande delle difese. Uno dopo l'altro i legali dei sette imputati tenteranno di smontare la tesi accusatoria ricostruita nelle udienze di giugno e luglio: ovvero che Altissimi sia stato penalizzato, anche a livello istituzionale, nella sua attività imprenditoriale a favore delle società riconducibili alla galassia Cerroni. Un contro-esame su cui le difese si giocano se non tutto, sicuramente tanto. E che, con tutta probabilità, riserverà più di una sorpresa soprattutto quando si affronterà il nodo cruciale: quella sessantina di telefonate intercettate che getterebbero più di un'ombra sui comportamenti del titolare della Rida e che coinvolgerebbero anche i tre avvocati Francesco Fonderico, Francesco Rea e Michele Proverbio.
A quindici mesi dal primo appuntamento in aula di quello che sarebbe dovuto essere il processo del decennio, almeno per Roma, e che finora ha rivelato molto meno appeal del previsto, anche a livello mediatico, i testimoni esaminati si contano ancora sulle dita delle due mani: i nomi più in vista a varcare la soglia dell'aula giudiziaria sono stati quelli dell'ex presidente della Regione Lazio Renata Polverini, dell'ex assessore regionale alle Attività Produttive e alla Politiche dei Rifiuti Pietro di Paolantonio e dell'ex direttore generale del settore Rifiuti della Regione Lazio Mario Marotta. Per il resto, Fabio Altissimi a parte, a sfilare sono stati testimoni per così dire “tecnici”. A partire dai militari che hanno condotto le indagini sulla discarica di Albano Laziale, di proprietà della Pontina Ambiente: il maresciallo dei Carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente Massimo Lelli, l'ex Comandante del Noe di Roma Pietro Rajola Pescarini, il maresciallo del Noe Catello Tarantino e il maresciallo Alessandro Cangemi; il maresciallo Giovanni Lanuti della Guardia di Finanza che ha ricostruito il reticolo societario della galassia Cerroni e compiuto accertamenti di tipo bancario e patrimoniale. Poi è stata la volta dei due consulenti dell'accusa Luigi Boeri e Stefano Vignoni. In tutto sono dieci: una volta sentito Altissimi sarà il turno, a fine settembre, dell'ex dirigente regionale Riccardo Ascenzo. Facendo i conti, entro novembre, massimo dicembre, dovrebbero iniziare gli interrogatori degli imputati.
Il giudizio immediato, voluto e ottenuto dal pm, di fatto non ha ottenuto l'effetto sperato e, nonostante un calendario serrato di udienze, i tempi si profilano infiniti. Basta riflettere sul fatto che ad oggi, dei cinque filoni in cui si suddivide la mole di materiale che è finito dentro i faldoni del processo, solamente uno è stato affrontato in modo dettagliato, quello relativo al traffico di rifiuti e alla questione del Cdr dello stabilimento di Albano Laziale. La questione delle tariffe, in cui confluisce anche la vicenda Rida Ambiente è stata solo sfiorata, mentre i filoni relativi a Monti dell'Ortaccio e al gassificatore di Albano non sono mai stati ancora oggetto di dibattimento. Per quanto riguarda l'accusa di associazione a delinquere, è un'ombra scura che si allunga trasversalmente su tutte le altre altre questioni. Senza avere però alcun profilo preciso.