Roma

Chiude in Maremma per prendersi il Tempo. Angelucci, 13 milioni per la guerra di carta

Firmato l’accordo al ministero del Lavoro tra la società che edita il Corriere di Maremma, il Gruppo Corriere srl che fa capo alla famiglia Angelucci, e il Cdr del Corriere dell’Umbria, il quotidiano capofila del gruppo. Il Corriere di Maremma ha cessato le pubblicazioni dopo quasi 13 anni, per i cinque giornalisti della redazione di Grosseto l'incubo della cassa integrazione a zero ore. Per la Cgil la preoccupazione per l’interruzione dei rapporti di lavoro per molti altri collaboratori della testata, ma anche perché verrà a mancare una voce importante nel panorama dell’informazione locale, riducendo il pluralismo dei punti di vista.

Smantellata la redazione grossetana, scattano i contratti di solidarietà per altri 13 giornalisti delle redazioni di Siena, Arezzo, Grosseto, Viterbo, Rieti e Umbria. Ma  mentre sta di fatto chiudendo la catena dei Corrieri, il gruppo Tosinvest della famiglia Angelucci sta trattando l’acquisto del Tempo di Roma dopo aver fatto un’offerta da 13 milioni di euro al giudice del Tribunale di Roma, che ha in capo la richiesta di concordato preventivo della storica testata romana. 

Da tempo che i re delle cliniche private puntavano a rilevare il quotidiano romano di cui è attualmente proprietario l'immobiliarista Domenico Bonifaci, che lo acquisì nel lontano 1996 per 70 miliardi di vecchie lire (35 milioni di euro circa), giornale che però versa in cattive acque nonostante i numerosi piani di ristrutturazione che si sono succeduti.
Se il Tribunale darà semaforo verde, gli Angelucci aggiungeranno il Tempo al loro mini impero editoriale, che comprende anche il quotidiano Libero, diretto da Maurizio Belpietro. lL Tempo sarebbe la sesta esperienza della famiglia Angelucci nella stampa quotidiana. Nel 1998 l'esordio con il 24,5% dell'Unità. Poi è stata la volta di Riformista, Libero, Corriere dell'Umbria e Gazzetta del Mezzogiorno. Ora il ritorno a Roma a due passi dalle stanze del potere politico.