Roma

Chiusure Covid: le Partite Iva marciano su Roma. “Tutti a piazza del Popolo”

Due giorni di manifestazioni per il 9 e 10 marzo. Prima palestre e piscine, poi sarà la volta delle Partite Iva che sciopereranno

Coronavirus, parte la stagione delle poteste contro le chiusure. Il 9 marzo scenderanno in piazza ristoratori, baristi, guide turistiche e poi gestori di piscine e palestre, insieme ai lavoratori dello spettacolo; il giorno dopo, il 10, a piazza del Popolo si riunirà il popolo delle Partite Iva. E sarà una specie di marcia, visto che in Italia sono oltre 4,6 milioni.

Il clou di quella che si preannuncia come una settimana di protesta, proprio il 10 a piazza del Popolo dove si terrà l'insolito sciopero delle Partite Iva.  Ad annunciarlo è Giuseppe Palmisano, presidente dell'associazione Partite Iva Insieme per Cambiare, un movimento spontaneo nato un anno fa su facebook che oggi raccoglie sui social oltre 450mila iscritti. Alla manifestazione stanno aderendo diverse di associazioni nazionali e regionali fra cui la Silb Fipe (Associazione Italiana Imprese di Intrattenimento da Ballo e di Spettacolo), l'Apit (Associazione Partite Iva per il Territorio Italia), l'Associazione Nazionale Dj, il M.I.O. (Movimento Imprese Ospitalità), l'Aias (Associazione professionale Italiana Ambiente e Sicurezza), il Pin (Partite Iva Nazionali), la Rete delle Partite Iva.

sciopero palestre piscine
 

"Stiamo raccogliendo adesioni da tutta Italia da parte di Partite Iva ma anche da altre categorie di lavoratori. Insieme vogliamo  chiedere al nuovo governo Draghi di ascoltarci, a differenza di chi ci ha preceduto che non si è degnato neppure di rispondere alle nostre istanze - spiega Palmisano - le micro, piccole e medie imprese, gli autonomi ed i cassintegrati, rappresentano la realtà lavorativa che più di ogni altra ha subito danni economici a causa delle restrizioni imposte dai vari Dpcm. Per questi lavoratori i sussidi si sono ridotti a mere promesse". 

L'associazione Partite Iva Insieme per Cambiare ha lanciato da mesi una serie di proposte fra le quali maggiori indennizzi alle attività colpite, la liquidità immediata  alle imprese, la riduzione del carico fiscale al 30-35%, la presunzione di innocenza in campo fiscale secondo il principio “nessuno è evasore fino a prova contraria accertata da sentenza definitiva”, il no al pagamento anticipato delle imposte come gli acconti d'imposta, la sanatoria dei debiti tributari pendenti in base all'effettiva capacità contributiva di ognuno e dilazioni lunghe (10-15 anni), il no a limiti al contante, l'introduzione di ammortizzatori sociali a protezione del reddito anche ai lavoratori autonomi e, infine, la semplificazione della burocrazia.