Roma
Christmas World chiude. La denuncia dei comitati: “Villa Borghese calpestata”
Il comitato “Amici di Villa Borghese” denuncia i danni lasciati dal villaggio di Natale, smontato negli ultimi giorni
Christmas World ha ormai chiuso i battenti. L'8 gennaio si è celebrato l'evento di chiusura e negli ultimi giorni sono stati eseguiti i lavori di smantellamento. Per molti è stato un successo, con più di 350mila visitatori. Ma c'è chi la vede diversamente: il comitato “Amici di Villa Borghese” critica fortemente l'evento: “Il bilancio? Il sequestro di oltre 3 ettari della Villa per circa due mesi (allestimento e smontaggio compresi), a vantaggio di un’impresa privata e per un’attività a scopo di lucro, ha infranto prescrizioni di legge e convenzioni internazionali, che regolano l’utilizzo di Villa Borghese”
Così comincia un lungo post sulla pagina di Facebook del comitato. Molte sono i motivi per cui gli “Amici di Villa Borghese” non hanno apprezzato il villaggio di Natale allestito nella storica villa. In primo luogo secondo loro non è legittimo limitare l'ingresso ad un'area del parco con il pagamento del biglietto. “La villa è sottoposta a un vincolo specifico e immodificabile - si legge nel post - la Carta di Cessione della Villa del 1903 dice che la villa diventa un giardino pubblico comunale ad uso pubblico e improduttivo. È vietato impedire l’accesso libero e gratuito della cittadinanza all’intera superficie del Parco ed è vietato concedere alcuna parte della Villa ad attività a scopo di lucro”.
“Infrazioni, chiasso e ressa”
“Violata la Carta di Firenze - prosegue il post - promulgata dall'Unesco e ratificata dall'Italia, per la tutela di ville e parchi storici. I decibel alle stelle della musica sincopata sparata al massimo per richiamare il pubblico, la mole delle strutture allestite, il transito di mezzi pesanti per il trasporto e il montaggio degli allestimenti, il calpestio di un pubblico calcolato dagli organizzatori in 350 mila persone, il genere di evento, tutto questo viola il dettato della convenzione”.
Infatti, secondo il comitato, il villaggio era troppo rumoroso, anche a tarda notte. Per 37 giorni il villaggio avrebbe infastidito chi abitava nelle vicinanze, 10 ore al giorno, 7 giorni su 7. “Si configura disturbo alla quiete pubblica” dice il comitato.
E poi ancora la ressa: secondo il comitato si sarebbero dovuti stabilire degli scaglioni orari d'ingresso per evitare il calpestio eccessivo dell'area. E invece “i picchi di densità nelle ore di punta fino a un metro quadrato a persona, e con buona pace dei bambini issati sulle spalle degli adulti per poter respirare e vedere le attrazioni, stando agli organizzatori sono accorse 350mila persone. Una moltitudine insostenibile per ogni giardino, ancor più se storico. Ciò equivale al calpestio di qualcosa come un milione e mezzo di persone, giacché nell’andirivieni fra botteghe e attrazioni, il pubblico attraversa più volte lo stesso luogo. Motivo per il quale nei giardini storici è d’obbligo regolamentare l’affluenza”.
“Biglietti troppo costosi
Altra motivazione per cui il comitato critica l'evento è il prezzo dei biglietti. “Il Winter Wonderland di Londra, cui il mercato natalizio romano si ispira, dieci volte più grande e in una capitale ben più costosa che Roma, l’ingresso è gratuito: nelle ore di punta 5 sterline a persona”.
E invece il Christmas World di Roma il biglietto d’ingresso costava 15 euro a persona, ridotto a 12,5 a testa per famiglie di 4 persone. I bambini sotto i 12 anni invece pagavano 12 euro.
“Danni alla villa”
Se questo non bastasse, ora che il mercatino di Natale è stato smantellato, il comitato lamenta anche le condizioni in cui è stato lasciato il parco: “Le condizioni del Galoppatoio: il terreno calpestato e compattato dalla calca. Ci vorrà molto lavoro per ripristinare il manto erboso e le piante, ora scomparsi, i 3 ettari di terreno”.