Roma

Ci lavorano 4 medici ma il reparto non c'è. Follia Sant'Eugenio, ospedale sciupone

Brutte notizie per i malati oncologici di Roma sud e in particolare per quelli che utilizzavano i servizi dell’Ospedale Sant’Eugenio.
Per la Medicina Nucleare chiusa dal 4 aprile 2014, a tutt’oggi non vi sono informazioni certe sulla sua riapertura. Nonostante Interrogazioni da parte dei consiglieri regionali di vari schieramenti e addirittura una interpellanza urgente al Ministro della Salute per avere chiarimenti, non c’è nulla di sicuro sull’argomento o meglio, solo tante promesse da parte dell’inquilino regionale Zingaretti.
Da un anno a questa parte si rincorrono notizie su possibili ristrutturazioni in itinere, su progetti rimpallati data Direzione Tecnica Asl RM C e Regione Lazio, tanto che anche il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo dichiarava ad ottobre 2014 che la Asl RMC nel proprio piano strategico degli interventi da realizzare, aveva inserito la ristrutturazione della medicina nucleare del Sant’Eugenio. Ma fino ad oggi tanta fuffa e niente arrosto. Nel frattempo nella Medicina Nucleare “che non c’è”, operano da oltre un anno 4 dirigenti medici, una caposala con infermiere e personale tecnico a corredo.
Ma non finisce qui. La dirigenza della stessa Asl nell’ambito di una presunta riorganizzazione dei reparti di Chirurgia, creerà dal 1 giugno 2015 tre livelli chirurgici accorpati: chirurgia alta, chirurgia media, chirurgia bassa. Verranno quindi abolite tutte le specializzazioni con il rischio che l’ortopedico potrà essere impiegato per operare un’ernie e viceversa. Il caos è garantito.