Roma
Ciampino: esplode la guerra del cimitero: No al “forno crematorio”
Respinti a Rocca Priora e San Cesareo, i privati ci provano a Ciampino
Acqua “bene comune” e ora anche “cimitero bene comune”. E a Ciampino, comune di confine tra Roma e quella che una volta era l'oasi dei Castelli Romani, si prepara la battaglia contro la privatizzazione del cimitero e la nascita di quello che la stessa amministrazione chiama “Tempio crematorio”, ovvero un inceneritore con il quale dare la possibilità a chi vuole, di sostituire la sepoltura con la cremazione.
La storia del “tempio” che i cittadini chiamano con disprezzo “forno crematorio” nasce da lontano e vede protagoniste due aziende leader della cremazione con impianti che vanno dalla Sardegna al Piemonte: la Altair e la Edilver che prima hanno cercato di presentare un progetto di finanza a Rocca Priora e San Cesareo, dove la sollevazione popolare ha convinto le amministrazioni ad abbandonare il progetto, e quindi si sono rivolte al Comune di Campino con una proposta di progetto di finanza, chiedendo quindi la dichiarazione di pubblica utilità e l'autorizzazione alla realizzazione degli impianti e la loro conseguente gestione per un periodo di tempo sufficiente a remunerare l'investimento.
E la cosiddetta “privatizzazione del cimitero” è uno dei temi più in voga tra i Comuni italiani alle prese con bilancio ridotti all'osso, tant'è che è partita una corsa all'auto candidatura per migliorare i servizi a costo zero. Insomma, l'eterno riposo si è trasformato un un'area di business che supera di molto il “business del caro estinto” per durata e per la necessità di investimenti importanti. Infatti il costo di un “tempio crematorio” supera i 2,5 milioni di euro.
Di Comune in Comune e di rivolta in rivolta, alla fine la patata bollente è capitata tra le mani del Comune di Ciampino che si è visto recapitare lo scorso maggio la proposta di costruzione in project financing del “tempio” e che l'ha respinta dichiarandosi pronto a valutare invece una proposta che comprendesse l'intera gestione dei servizi cimiteriali. Insomma, una privatizzazione totale. Due mesi dopo, il 27 luglio le due società con tempismo eccezionale si sono ripresentate con le carte in regola e così hanno ottenuto il via libera per la seconda parte dell'iter comprendente l'intera gestione del cimitero.
Tutto a posto? Neanche per sogno perché un gruppo di cittadini di Ciampino ha dato vita ad un Comitato NO al forno crematorio e si prepara a dare battaglia, contestando innanzitutto l'interesse sociale. Nel volantino che chiama i ciampinesi a raccolta venerdì 25 presso il circolo Cipollaro in assemblea pubblica, il Comitato contesta l'iter “esclusivo” del Comune che ha tenuto all'oscuro i residenti sul progetto.
Si legge nel documento che chiama alla mobilitazione: “Il Comitato ritiene questo incontro importante per condividere, civilmente, le informazioni in possesso sull’argomento dei “forni crematori”, sulle opportunità della delibera della giunta comunale n° 185 del 27.10.2016. Ribadiamo che i cittadini chiedono una programmata manutenzione ed una costante pulizia del cimitero, ma non la vendita a dei privati del “business del caro estinto” (a quanto pare molto lucroso). Dove sta l’interesse sociale? Gli attuali ricavi che vengono percepiti dall’amministrazione comunale per tutte le attività cimiteriali, bastano e avanzano per una ordinata e decorosa gestione del cimitero. Perché una parte di essi non viene reinvestita per la pulizia e la manutenzione? Ancora una volta, riteniamo che tutta la cittadinanza di Ciampino andava informata e soprattutto coinvolta prima che la giunta deliberasse “l’indirizzo favorevole dell’Amministrazione comunale per il prosieguo dell’iter tecnico...”.
E concludono: “ I servizi cimiteriali devono rimanere di interesse pubblico, ed il cimitero di Ciampino un bene comunale, non un limone da spremere affidato ad un privato”.
Alla riunione parteciperanno Antonella Litta dell'associazione Medici per l'Ambiente che terrà una relazione sui rischi sanitari del “Tempio” e Giancarlo Ceci dell'associazione Alternativa Sostenibile” che è stato in prima linea nella battaglia “anti-forni” Rocca Priora e San Cesareo”.