Roma

Cinghiali e peste suina, la mattanza: a Roma giustiziati 1000 capi in 5 giorni

Si parte col focolaio nel parco dell'Insugherata dove sono stati trovati 8 maiali infetti in un allevamento familiare

Dopo il riscontro di due maiali infetti da peste suina in un allevamento di tipo familiare con 8 capi complessivi dentro il parco dell’Insugherata nella zona di Roma dove era scoppiato il focolaio dai cinghiali, ora partirà in tempi brevissimi un piano che prevede l’abbattimento di un migliaio di suini presenti nell’area perimetrata.

Lo annuncia il Commissario straordinario all'emergenza, Angelo Ferrari. “Il piano di abbattimenti - ha spiegato Ferrari - adesso prevede un cronoprogramma molto attento e gli allevamenti di suini presenti nella precedente area infetta verranno tutti abbattuti nel giro di cinque giorni. Parliamo dell’area infetta metropolitana di Roma che comprende il raccordo anulare e ancora un spicchio che si prolunga verso il lago di Bracciano. Dobbiamo abbattere velocissimamente tutti i suini presenti nell’area infetta. Ieri l’Asl - ha detto Ferrari - ha stimato un numero di suini attorno ad un migliaio. Poi dovremo abbattere i cinghiali fuori dall’area infetta".

I maiali verranno abbattuti e poi inceneriti

Il Commissario ha spiegato che l’abbattimento “significa che le carcasse vengono poi incenerite: è una misura più coercitiva rispetto alla macellazione proprio per evitare che ci siano ulteriori capi infetti nei suini. Più agiamo in maniera determinata e incisiva - ha concluso - meno speriamo che siano i danni di carattere commerciale che avremo”.

In arrivo il decreto sulla biosicurezza per la gestione degli allevamenti contro la peste suina

“Il decreto sulla biosicurezza voluto fortemente dal sottosegretario Costa - spiega Ferrari - verrà presentato in Conferenza Stato Regioni, poi sarà subito attivo. E’ già stato scritto ed è già pronto. L’obiettivo del decreto - continua - è quello di poter mettere in sicurezza tutti i nostri allevamenti. Oggi - sottolinea Ferrari - dobbiamo guardare con particolare attenzione a tutte quelle norme che non sono solo igieniche ma anche formazione e conoscenza, reti, sistemi, che mettono in condizione i nostri allevamenti di rappresentare una sorta di fortino nei confronti della peste suina".

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