Roma

Claudio Martelli sindaco di Roma, lui se la ride: "La tv influenza i sondaggi"

L'ex vicepremier Martelli commenta il sondaggio di affaritaliani.it nel quale viene indicato come “primo cittadino di Roma ideale”

Claudio Martelli sindaco di Roma? Il sondaggio di affaritaliani.it e termometropolitico.it dà nuova vita al piccolo Psi con una proposta insolita che viene dailo 0,6 per cento del campione di votanti. “Non riesco ad entusiasmarmi - commenta l'ex vicepremier e Guardasigilli – non me l'ha proposto mai nessuno. Nemmeno ora”.

Secondo lei questo risultato a sorpresa a cosa è dovuto?

“Guardi a un momento di visibilità televisiva, stiamo parlando dello 0,6%”.

Anche il Psi di oggi ha percentuali simili...

“Resta una curiosità che segnala l'influenza della tv sui sondaggi, non ci vedo molto di più”.

Quali caratteristiche dovrebbe avere un buon sindaco di Roma?

“Sin troppo facile dopo quasi 5 anni di questa gestione. Quello che si chiede a gran voce è la competenza, la serietà, costanza e le idee chiare sui problemi di fondo di questa megalopoli. Il primo problema è stato ed è il traffico, poi le aziende pubbliche. Non tutti sanno che la più grande azienda di Roma è l'Università con oltre 200 mila studenti che si sommano agli insegnanti e all'indotto che chi lavora per i servizi e gestisce i servizi”.

Se fosse sindaco, la prima cosa alla quale metterebbe mano?

“Il traffico”.

E come?

“Chiamerei a consulto i massimi esperti mondiali, quelli che hanno avito risultati a Tokio, Berlino e Città del Messico perché è un problema che penalizza tutta l'economia, quella familiare, sociale e lavorativa”.

Le ha detto di essere un pendolare tra Roma e Milano, con base Roma. Come è cambiata questa città con Alemanno, Marino e la Raggi?

“Le dico che al peggio non c'è mai fine, ma bisognerebbe rovesciare questo adagio e dimostrare che anche al meglio non c'è mai fine”.

Quale futuro c'è per il Psi?

“In questo momento è difficile parlare dei partiti anche perché il Psi e la Lega sono gli unici sopravvissuti della Prima Repubblica. Ancora Psi sarebbe pretendere troppo ma quello che conta è l'idea socialista. Oggi essere democratici non basta, per questo noi abbiamo coniato un termine come socialismo liberale. E' lo stesso approdo che ci guidò negli Anni 80, quando il Psi portò l'Italia ai massimi storici. Il socialismo liberale è un binomio che tene assieme esigenze fondamentali: liberare risorse e investimenti e competenze ma deve anche essere un socialismo per garantire la giustizia sociale e mettere in moto l'ascensore sociale. Che è il grande problema dei giovani. Ecco, i giovani”.