Roma

Clochard rumeno uccide coinquilino di baracca e getta il cadavere in un fosso

Ucciso con un tondino di ferro e il cadavere trovato perché dal fosso spuntava una gamba

Una guerra tra poveri terminata con un delitto e l'occultamento del cadavere in un fosso su via Laurentina. Un clochard contro un altro clochard, forse per il predominio di una baracca o di una bottiglia di vino.

I fatti risalgono al 12 maggio scorso, quando gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato di  “Esposizione” sono intervenuti in un terreno agricolo presso via dei Casali di San Sisto, a seguito di una segnalazione della presenza, in un corso d’acqua, del cadavere di un uomo coperto da detriti, di cui era possibile notare solamente una gamba.

Dal sopralluogo effettuato dai poliziotti non sono emersi, nell’immediatezza, elementi tali da far sospettare che il decesso potesse essere riconducibile ad un’azione violenta.  L’autopsia effettuata dal medico legale il giorno successivo ha evidenziato, invece, che la vittima presentava alcune lesioni al cranio ed al corpo non compatibili con una caduta accidentale.

La Squadra Mobile, interessata al riguardo, ha immediatamente intrapreso un’intensa attività d’indagine che ha consentito, in brevissimo tempo, di identificare la vittima in Rosu Neculau, cittadino rumeno di 50 anni, nonché di stabilire che nel pomeriggio di sabato 11 maggio scorso l’uomo aveva avuto una lite, scaturita per futili motivi, con un altro clochard, successivamente individuato in M.S.D. di 37 anni, anch’egli cittadino rumeno e senza fissa dimora. 

Rintracciato nel pomeriggio di ieri, lo stesso ha ammesso agli investigatori della Squadra Mobile le proprie responsabilità in ordine al reato in argomento, specificando di averlo colpito ripetutamente con un tondino in ferro e di aver poi gettato il cadavere in un corso d’acqua prospicente alla baracca dove vive, con l’aiuto del fratello. Alla luce di quanto sopra il M.S.D. è stato sottoposto ad interrogatorio dal Pubblico Ministero procedente, all’esito del quale la locale Procura della Repubblica presso il Tribunale ha emesso un decreto di fermo di indiziato di delitto immediatamente eseguito nei suoi confronti, mentre il fratello, sottoposto anch’egli ad interrogatorio, al termine delle attività è stato indagato in stato di libertà per concorso in occultamento di cadavere.