Coda velenosa di epidemia influenzale. Allarme per gli antibiotici fai da te
Ancora non è finita: l'ultima coda dell'epidemia influenzale si deve ancora consumare. Da qui all'arrivo della primavera, quella metereologica e soprattutto quella climatica, ci sarà l'ultimo boom, con una media di tre o quattro giorni trascorsi a letto. Quest'anno, infatti, l'influenza è arrivata un po' più tardi rispetto agli anni scorsi a causa delle condizioni climatiche, tuttora molto incerte e altalenanti, che hanno provocato un picco imprevedibile nella seconda metà di marzo.
E dalla Simit, la Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali, arriva l'ennesimo allarme: no alla corsa all'antibiotico da banco e alla diagnosi fai da te.
"Un uso di farmaci sconsiderato non solo non sortisce alcun effetto positivo, ma potrebbe addirittura provocare problematiche relative alle resistenze e alle infezioni", spiega il professor Massimo Andreoni, professore ordinario di Malattie Infettive all'Università di Roma Tor Vergata e Past Presidente Simit.
Troppo spesso si dimentica che l'influenza è una malattia virale che non risponde alla terapia antibiotica: l'uso degli antibiotici deve essere correlato esclusivamente a complicanze batteriche che vanno a sovrapporsi all'infezione.
"Attenzione e cautela, quindi, quando ci si rifornisce in farmacia, che deve essere considerato luogo commerciale e non di consultazione medica”, spiega il professor Andreoni. “L'assunzione di antibiotico deve essere solo su richiesta del medico di fiducia. Non vanno assolutamente fatte autodiagnosi e non bisogna "prevenire" eventuali peggioramenti con medicine non richieste”.