Colosseo, Fanceschini battezza il super parco archeologico. L'ira di Giro

Nasce il Parco archeologico del Colosseo. Lo ha annunciato il ministro dei Beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. I siti che saranno di competenza di questo nuovo soggetto saranno, oltre all'Anfiteatro Flavio, il Foro romano, il Palatino, la Domus Aurea e la Meta Sudans. Il direttore sarà individuato mediante apposita procedura di selezione pubblica internazionale.

Il progetto di ricostruzione del calpestio dell'arena del Colosseo "rimane. E' confermato" ha precisato Franeschini, che ha aggiunto: “Abbiamo avuto qualche contatto con la giunta Raggi, ora vediamo", in riferimento all'attuazione dell'accordo di valorizzazione congiunta dei beni culturali a Roma tra il Comune e lo Stato. Accordo che fu sottoscritto dallo stesso Franceschini e dall'ex sindaco, Ignazio Marino. Parlando a margine della presentazione della nascita del Parco archeologico del Colosseo e della riorganizzazione della soprintendenza speciale di Roma, il titolare del dicastero del Collegio romano ha precisato che tale nuova soprintendenza, che incorporerà anche quella ordinaria esistente, consentirà di avere un unico interlocutore statale per il Comune di Roma, una novità che dovrebbe appunto facilitare la collaborazione tra il Campidoglio e lo Stato.

L'ira di Francesco Giro
"Separando il Colosseo e l'area archeologica centrale fino alla domus aurea dalla loro soprintendenza speciale hanno fatto un'altra amputazione. E' come aver tagliato la testa al patrimonio archeologico romano che era unitario e storicamente integrato. MA non solo. Hanno fatto a pezzi il nucleo forte della tutela e della ricerca scientifica che i valorosi funzionari della soprintendenza garantivano da decenni. E tutto questo per dare l'ennesima poltrona all'ennesimo manager che si aggiungerà agli altri 20-30 tutti nominati dal ministro perché il bando internazionale è uva finzione, realizza solo una selezione preliminare poi sarà la politica e il governo del Pd a decidere tutto. L'avessimo fatto noi con Berlusconi ci avrebbero lapidato. E del lavoro di questi manager nominati tutti da Franceschini noi non sappiamo nulla ne' obiettivi ne' risultati raggiunti. E' tutto un nominificio e tanti soldi gestiti non si sa più come. E tutto sta accadendo non in forza di una riforma approvata in parlamento ma di un maxi regolamento del ministro attuato con una serie di decreti ministeriali. Fanno tutto in casa. La Corte dei conti batta un colpo subito, ora".