Roma

Colosseo e Foro chiusi per sciopero. Renzi: sindacalisti contro l'Italia

I siti archeologici piu' importanti di Roma, fra i quali il Colosseo, il Foro Romano e Palatino e le Terme di Diocleziano, sono rimasti chiusi questa mattina per un'assemblea sindacale fino alle 11,30. Irritazione da parte del ministro dei Beni Culturali: "Assemblea al Colosseo e turisti fuori in fila. La misura e' colma: oggi in Consiglio dei Ministri proposta musei come servizi pubblici essenziali", scrive in un tweer Dario Franceschini.

Anche il premier Renzi ha commentato l'accaduto con un tweet: "Non lasceremo la cultura ostaggio di quei sindacalisti contro l'Italia. Oggi decreto legge #colosseo #lavoltabuona". Il ministro Franceschini torna quindi diffusamente sull'assemblea: "Proprio nel momento in cui la tutela e la valorizzazione dei beni culturali sono tornate dopo anni al centro dell'azione di governo - afferma Dario Franceschini -, proprio mentre i dati del turismo sono tornati straordinariamente positivi, proprio mentre Expo e Giubileo portano ancora di piu' l'attenzione del mondo sull'Italia, proprio mentre io sono come ministro impegnato nelle discussioni preparatorie per la legge di stabilita' a cercare di portare piu' risorse per la cultura e per il personale del ministero, una nuova assemblea sindacale, questa volta al Colosseo a ai piu' importanti siti archeologici di Roma, fa restare turisti in fila davanti agli occhi di tutto il mondo. Il buonsenso nell'applicare regole e nell'esercitare diritti evidentemente non basta piu' per evitare danni al proprio Paese. "La chiusura ai visitatori dei principali siti archeologici della Capitale questa mattina, motivata da un'assemblea sindacale (peraltro regolarmente convocata), porta, ancora una volta, alla ribalta l'urgenza di ricomprendere la fruizione dei beni culturali tra i servizi pubblici essenziali. Proprio ieri - afferma Roberto Alesse, Presidente dell'Autorita' di garanzia per gli scioperi - e' iniziata in Senato la discussione dei disegni di legge di modifica alla legge sul diritto di sciopero, sollecitata dallo stesso Governo, ed e' mio auspicio che, in quella sede, si ragioni con rigore e serieta' anche di questo tema. Lasciare la fruizione del nostro patrimonio culturale fuori dai servizi pubblici vuol dire continuare a dare una pessima immagine del Paese ai cittadini e ai milioni di turisti che quotidianamente scelgono di vistare le nostre Citta'".

IL CDM - Il consiglio dei ministri ha approvato il decreto legge che inserisce l'apertura dei musei e dei luoghi della cultura tra i servizi pubblici essenziali.