Roma

Colto da malore in studio. "La Rai paghi". La battaglia di Sposini in appello

Ha presentato ricorso anche in appello per ottenere dalla Rai quel risarcimento che, già lo scorso 26 febbraio, gli era stato negato dal giudice di primo grado. Lamberto Sposini, colpito da ictus nell'aprile del 2011, poco prima della messa in onda de "La vita in diretta", chiede infatti circa 10 milioni di euro alla Rai per una serie di errori e negligenze che sarebbero stati commessi durante le prime fasi del soccorso che gli fu prestato sul posto.

Sposini, in particolare, contestava alla Rai di non avere adottato una procedura o comunque ogni misura idonea a gestire l’urgenza, mentre i medici dipendenti dell’azienda radiotelevisiva non avevano valutato adeguatamente la situazione. Sposini, dopo un primo ricovero al Santo Spirito, venne poi trasportato all’ospedale Gemelli, dove fu operato a 4 ore di distanza dall’emorragia cerebrale: da allora ha iniziato un faticoso percorso di riabilitazione.

Con la sentenza di primo grado, il giudice Maria Pia Magaldi, escluse ogni responsabilità da parte della Rai e dei primi soccorritori, evidenziando come nell'immediatezza dell'evento fossero sopraggiunti un medico e un'infermiera e che fu immediatamente contattato il 118. Ora, un nuovo capitolo della vicenda processuale si aprirà davanti alla sezione lavoro della Corte d'Appello di Roma, il 5 luglio 2016.