Roma
Come truffare le assicurazioni: tutti i segreti delle frodi. Indagati in 21
Una truffa semplice e allo stesso tempo articolata per frodare le assicurazioni con falsi incidenti stradali e lesioni inesistenti
Una truffa semplice e allo stesso tempo articolata per frodare le assicurazioni con falsi incidenti stradali e lesioni inesistenti. Un raggiro che ha portato a indagare 21 persone. Una vera e propria banda dedita alle truffe per ottenere soldi facili.
A mettere fine a questo sistema ci ha pensato la Polizia di Colleferro che, in un anno di indagini, ha scoperto tutti i trucchi della gang dei Cai (la contestazione amichevole di incidente).
Come funzionavano le truffe
Grazie a medici e studi peritali compiacenti bastava compliare un Cai per far scattare la truffa. Bastava andare in ospedale e farsi refertare, dichiarando di aver battuto la testa o di aver subito danni alle articolazioni. I finti malati accusavano vertigini e parestesie, tutti sintomi difficilmente riscontrabili e che permettevano di ottenere giorni di malattia. Poi entravano in scena i medici compiacenti che prolungavano i certificati fino al massimo: cioè 90 giorni. Durante la visita medico legale si aspettava di trovare un sodale della banda e il gioco era fatto. Si potevano intastacare da un minimo di 2000 euro fino a decine di migliaia di euro.
L'indagine
Tutto nasce nel marzo del 2023 quando una compagnia assicurativa sporge querela per un sinistro stradale ritenuto non veritiero. Un anno di indagini, effettuate dagli agenti del Distaccamento Polizia Stradale di Colleferro, coordinati dalla Procura della Repubblica di Velletri, ha consentito di scoprire una serie di truffe ai danni di compagnie assicurative per falsi incidenti.
Il vertice della banda
Ad organizzare l’illecita attività due uomini, di cui uno titolare di un’agenzia assicurativa e l’altro un commerciante già noto alle forze dell’ordine. Il modus operandi, oramai già consolidato, consisteva nel procurare autovetture in pessime condizioni e prossime alla rottamazione, con le quali si simulavano sinistri stradali, creando dinamiche compatibili a giustificare i danni preesistenti sui veicoli.
Il Cai
Con la semplice compilazione del modello C.A.I. (constatazione amichevole incidente) gli indagati, tramite medici accondiscendenti, si procuravano le certificazioni per le lesioni fisiche e due avvocati si attivavano per le richieste del risarcimento del presunto danno alle compagnie assicurative.
Quindici sinistri nel mirino
Gli agenti della Polizia Stradale dopo un’attenta e scrupolosa investigazione documentale, supportata da indagini tecniche, effettuata su oltre 15 sinistri collocati prevalentemente nel territorio di Colleferro e comuni limitrofi, mettevano in evidenza che gli attori degli incidenti rivestivano alternativamente ruoli diversi, nelle varie circostanze. Questi soggetti che si limitavano a fornire la propria identità ed a firmare le false “constatazioni amichevoli di incidente stradale”, a fronte di risarcimenti assicurativi consistenti, ottenevano invece esigue ricompense.
I capi di imputazione
L’attività investigativa ha permesso l’iscrizione nel registro degli indagati presso la Procura di Velletri di 21 persone poi rinviate a giudizio per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla frode assicurativa e al falso ideologico in atti pubblici. Ad ogni modo tutti gli indagati sono da ritenere presunti innocenti, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile.